mercoledì 28 febbraio 2007

cake di pasta



Allora, una sera ho semplicemente guardato in frigo e messo insieme quello che c'era. Una sera... mi capita spesso, direi. Però, fortuna vuole che delle verdure ci siano sempre e che della pasta non si possa proprio fare a meno!

pasta, quella che gradite
una manciata di piselli
una manciata di fagiolini
una manciata di porri a rondelle
un paio di carote
parmigiano

per legare, una crema di latte:
una noce di burro
due cucchiai di farina
due bicchieri di latte
sale e noce moscata



In un tegame mettete a cuocere, tutte insieme, le verdure tagliate a pezzettini con una goccia d'olio e del sale. Fatele ammorbidire. Nel frattempo che l'acqua della pasta arriva a bollore, procedete con la besciamella. Io di norma la faccio davvero leggera, per questo la chiamo crema di latte, mettendo solo una noce di burro che farete sciogliere con la farina sempre mescolando perché non si formino grumi (è di base un roux). Poi mettete il latte, continuando a mescolare, il sale e una spruzzata di noce moscata. Deve risultare morbida, quasi liquida, non compatta. Allungate con il latte, se necessario. Buttate la pasta e fatela cuocere qualche minuto in meno del tempo previsto. Conditela poi con le verdure e la crema di latte. Versate il tutto in uno stampo da plum cake e mettete in forno caldo per circa 7-8 minuti. Quando è pronta, riversatela in un piatto che possa andare in forno. Cospargete di parmigiano e prezzemolo e fate gratinare in forno qualche altro minuto.

venerdì 23 febbraio 2007

c'è il soufflé? non c'è!



Questo dolce ha il sapore dell'intimità privata, di quelle cose che si fanno con l'assoluta semplicità, senza che rendano il momento speciale per necessità, ma solo spontaneamente speciale. Potrebbe sembrare difficile di primo impatto la comprensione di questo ed, invero, forse, lo è. Sono emozioni che condivido con questa ricetta, rispettando il limite che il mio cuore impone. E' la nostalgia, ormai e purtroppo, presente e viva, come quei rami di gelsomino che nell'inverno sembrano abbandonarci, ma tornano fragranti più che mai in primavera, ciclicamente, come quelle conchiglie sulla battigia della spiaggia portate via dal mare, ma che puntuali ci ritornano sulla scia di un'onda. Sono notti di luna piena in cui tutto esplode e si rinchiude, sono semplicemente il sapore di un ricordo. Il tuo soufflé.


per 11 stampini:

4 uova intere
6 tuorli
100 g di zucchero
150 g di cioccolato fondente
200 g di burro
100 g di farina bianca

Serve un recipiente dove poter sbattere le uova, e serve sufficientemente grande perché le uova monteranno parecchio. Metteteci le 4 uova intere, i 6 tuorli e lo zucchero e sbattete il tutto con la frusta elettrica per circa 20 minuti. E' importantissimo che le uova montino e si gonfino d'aria, in quanto la sofficità di questo dolce è data dall'aria incorporata, non essendoci lievito.
A parte, fate fondere il cioccolato a bagnomaria con il burro. Una volta che le uova sono montate, aggiungete il cioccolato pian piano e continuate a mescolare con lo sbattitore. E' normale se il composto si smonterà un pochino. Fatto ciò, arriva il momento cruciale: incorporare la farina. Il segreto è usare la frusta, mentre si aggiunge la farina setacciata, con dei movimenti dal basso verso l'alto, per continuare a incorporare aria. Imburrare 11 stampini (vanno bene anche quelli di alluminio) e versarci dentro il composto. La cottura va fatta in forno ventilato portato a 150° per un massimo di 12-13 minuti. Quando si sforma, deve risultare morbido e soffice, e nel cuore esserci una goccia di cioccolato. La bellezza di questo dolce sta nel fatto che si conserva bene in frigo per almeno 3-4 giorni. Servitelo con un coulis di lamponi.

giovedì 22 febbraio 2007

croccanti lievità ripiene (brick 1)



Finalmente un antipasto, un finger food, una cosa sfiziosetta, cui ancora non mi ero cimentata. Tutto nasce da un sabato mattina di qualche settimana fa. Paolo Sarpi a Milano, avete in mente? Una chinatown de noantri, ma nel tempo sempre meno casereccia - dovevate vedere domenica che c'era il capodanno cinese cosa non era!!! un tripudio di colori e un brulicare di gente, tutti in attesa del passaggio del Dragone! unico rammarico: non avere avuto la macchina fotografica con me... Insomma, dicevo, quel sabato ho scoperto un negozio di alimentari cinese e giapponese e sudamericano e stranezze varie, variopinte stramberie e curiose confezioni piene di ideogrammi, congelatori straripanti di pallette e cubotti, verdura bellissima, radici ed erbe e frutti e... mi dite cos'erano? Ecco, lì, proprio lì, ho preso, tra le varie cose, una confezione di quella pasta sottile che serve per fare gli involtini primavera. 50 quadrottini 10x10 che poi, inevitabilmente, son finiti in freezer. Una rivelazione!! Si possono usare in mille modi, sono bellissimi! Ho già in mente una molteplicità di ricettine da sperimentare.

Per fare questi saccottini ho preso circa una ventina di fogli di pasta (che si presentano uno sopra l'altro, appiccicati), li ho lasciati scongelare, e tenuti umidi con un panno bagnato. Li ho poi tagliati in quattro quadrati ognuno. Ho rivestito dei pirottini di carta con questi quadrati di pasta, mettendone più d'uno, di modo che il saccottino avesse consistenza (un solo foglio di pasta è sottilissimo, se ne possono usare anche 3-4-5 appiccicati, anzi, sta proprio qua la bellezza!). Ho provato a spennellarne alcuni con del burro fuso, altri li ho lasciati naturali. Ho infornato per pochi minuti, finché si sono imbionditi. Ho tolto il pirottino e li ho riempiti con una mousse di gorgonzola, ricotta e pistacchi. ...ma si possono riempire con qualsivoglia idea!!

mercoledì 21 febbraio 2007

biscotti al grano saraceno

Non possono mancare dei biscottini di tanto in tanto. Sono i miei preferiti, e anche dei miei colleghi in effetti! Li porto in ufficio, trasportandoli in bicicletta facilmente, senza timore di rompere o rovesciare nulla. E col té del mezzo pomeriggio, anche quello indiano, ci stanno proprio bene. Questa volta propongo una ricetta dal sapore un po' integrale che, in primis, non mi aveva convinta troppo, ma poi, più ne ho assaggiati, più mi son detta: da ripetere, non male in effetti!


2 uova
200 g di farina di grano saraceno
100 g di zucchero
30 g di nocciole
50 gr di farina di riso
un pugno di uvetta
un pugno di pinoli
50 g di burro
un pizzico di sale

Ammorbite il burro, poi lavorarlo con lo zucchero. Aggiungete i tuorli, uno alla volta, poi le nocciole, l'uvetta, i pinoli, la farina di riso e la farina di grano saraceno. A parte montate le chiare a neve con un pizzico di sale che andrete a incorporare delicatamente al composto. Date la forma desiderata e mettete in forno a 150° per circa 20-25 minuti.

martedì 20 febbraio 2007

pancake day!



Oggi è il pancake day! Ci sarebbero stati bene i pancake, con della marmellatina sopra, o dello sciroppo d'acero, in questo blog quest'oggi... ma causa troppo lavoro non ho fatto in tempo a fare nulla. Ma il pensiero, quello c'era! Per questa volta... accontentiamoci di aver "rubato" una fotina in altro sito, e di non aver sperimentato personalmente la riuscita della ricetta (uffi... :-)) Un blog val comunque per un suggerimento, una notizia. Il pancake day cade di martedì grasso, oggi appunto, e viene festeggiato nei paesi anglosassoni. Precede il periodo della Quaresima, e tradizionalmente in questo giorno i cristiani venivano assolti dai loro peccati. Era l'ultima opportunità di mangiare uova, prima di iniziare il digiuno.
Vi lascio con un link, un sacco di ricette per i pancake!!

lunedì 19 febbraio 2007

riso con fave, porri e fonduta di reblochon



Questo è un altro esperimento dei miei, il cui risultato è stato più che soddisfacente. Avevo comprato, presa da una ventata di blog-mania, degli stampini per creare dei dolci al cucchiaio (oltre che altre attrezzature che pian pianino utilizzerò!), ma mi sentivo poco ispirata. Ho così riciclato lo stampino per il risotto. per due:

180 g di riso
mezzo porro30 fave circa
scalogno
mezzo bicchiere di vino bianco
olio extravergine di oliva
70 g di reblochon
2 cucchiai di latte (o panna)
sale e pepe

Fate appassire lo scalogno in due cucchiai di olio extravergine e aggiungetevi il porro tagliato a fettine sottili e le fave sgusciate (son più tenere e più verdi ...l'occhio vuole decisamente la sua parte!). Aggiungetevi il riso e procedete come con un normale risotto: fatelo tostare, mezzo bicchiere di vino bianco che deve evaporare, brodo. A circa fine cottura, versatelo in due stampini (o tazze) e lasciate riposare 3-5 minuti nel forno caldo. Nel frattempo fate sciogliere a bagnomaria il reblochon, privato della buccia, con il latte (se preferite la panna, viene più cremoso, anche se il reblochon è denso di suo). Spolverizzate con un po' di pepe. Capovolgete gli stampini e fate attenzione che il riso resti bello compatto e della forma che gli avete dato. Versateci sopra la fonduta di reblochon, decorate il piatto e servite.

venerdì 16 febbraio 2007

tentazione bagel



Questa ricetta è in onore di Ilaria. Qualche volta in pausa, spesso quando il tempo è bigio come solo a Milano sa essere, ci coccoliamo con un bagel al salmone alla California Bakery, un luogo di delizie. Ila, ci riproveremo insieme a farli per un brunch casalingo domenicale, vero? E anche per coloro che mi hanno chiesto suggerimenti per dei nuovi pani, così magari con il week-end davanti c'è il tempo per la lievitazione. Di ricette di bagel in giro su internet ce ne sono moltissime, ma ho prediletto infine quella di Delicious day . L'ho seguita pedissequamente, nelle dosi e nei tempi. Il risultato è stato abbastanza buono, anche se la prossima volto proverò con il lievito fresco e non con quello secco (forse erano un filino croccanti per essere bagel veri veri).

250 g di farina bianca
1 cucchiaio di sale
165 ml di acqua tiepida
1 cucchiaio di olio d'oliva
1 cucchiaio di lievito secco
semini di sesamo, papavero...


Mescolate la farina e il sale in un recipiente. Fate una montagna con la farina e create un affossamento nel centro dove verserete l'acqua tiepida, il cucchiaio d'olio e il lievito. Coprite e lasciate 5-10 minuti a riposare. Poi impastate fiché il composto è elastico. Sarà sicuramente appicicaticcio, ma spolveratevi le mani di farina, così non attaccherà. Coprite e lasciate riposare per circa 1 ora e mezza in luogo tiepido. L'impasto dovrebbe raddoppiare di volume. Riscaldate il forno a 200° e portate a bollore una pentola d'acqua salata. Quando l'impasto è pronto, formate delle palline di grandezza simile e fateci un buchetto al centro. Nota bene: il buco dovrà essere più largo di quello che pensate sia necessario, in quanto poi i nostri bagel cresceranno. A questo punto, versate i bagel (io l'ho fatto uno alla volta) nell'acqua salata e, quando verranno a galla - dopo qualche secondo - toglieteli e metteteli in una teglia rivestita da carta forno. Dovrebbero avere l'aspetto grinzoso delle dita che son state in ammollo per un po'! Cospargete di semi di papavero, di sesamo, di cipolle, di quello che vi piace, e infornate per circa 20 minuti. Prima di infornare potete metterci un po' di uovo sbattuto, ma io mi sono attenuta al consiglio e ho lasciato che venisse il naturale colore dorato della cottura. Mi son venuti 6 bagel.

giovedì 15 febbraio 2007

arrosto al sale con mele

Questo arrostino è un altro salva vita! :-) Io oramai vado avanti così, l'avrete capito. Poco tempo, cose svelte, anche se dal blog in poi qualche passo in avanti l'ho fatto, sia in termini di accuratezza che di preparazioni. Quanto meno vado meno a occhio... sennò come vi dico gli ingredienti poi? :-) Ora, credo di sapere che gli arrosti sarebbero da preparare con dei crismi diversi, ma vi assicuro che questo è svelto, diventa buono, resta morbido ed è saporito.

un pezzo di lonza da circa 800 grammi
sale grosso, un pugnetto
pepe rosa in grani
mezzo bicchiere di olio extravergine
qualche foglia di alloro
un bicchiere di vino bianco
una mela renetta
1 cucchiaio di cognac

In una pirofila mettete due cucchiai di olio e adagiatevi la lonza. Ora, il segreto del sapore di questo arrostino, secondo me, sta nel sale: io ci metto sopra un pugnetto scarso di sale grosso, quasi a formarci una crosticina. Poi spargo qua e là del pepe rosa e qualche foglia di alloro. Aggiungo il vino nella pirofila e inforno a 180° coperto con della stagnola per i primi 20 minuti. Togliete poi la stagnola, abbassate un po' il forno e col sughetto bagnate l'arrosto a più riprese. La lonza cuoce in circa un'ora e mezza, ma potete lasciarla dentro a calore basso anche due ore. Se fatta qualche ora prima rende di più. Quando è cotta, toglietela dal forno e pulitela dai grani di sale rimasti. Il sughetto dell'arrosto si è nel frattempo ristretto: allungatelo con un cucchiaio di cognac (o dell'acqua o del vino), fate fiammeggiare un secondo e filtratelo con un colino. Rimettete sul fuoco il sughetto e fateci ammorbidire le fettine di mele, che dovranno restare intere. Togliete le mele e tenetele da parte. Al momento di servire, disponete l'arrosto a strati alternati con le mele e passateci il sughetto su ogni fettina.

mercoledì 14 febbraio 2007

ma tarte aux pommes



E' banalmente che vi presento la mia torta di mele. Tutti abbiamo dentro al nostro quaderno delle ricette almeno un qualche intruglio che assomigli a una torta di mele, chi della nonna, chi dell'amica. Per me è stata per molto tempo una piccola sfida, perché non riuscivo a farne una davvero buona, una davvero "sempre quella", una che competesse con le torte delle mamme dei miei amichetti. Alla fine ci sono riuscita. E adesso? Tutti mi chiedono: mi fai la torta di mele? Per cui, a volte, nonostante le ottime intenzioni di provare esperimenti culinari nuovi, mi ritrovo con la solita-torta-di-mele in forno. Così è successo domenica! La pubblico però volentieri, così Lisa potrà conservarsela per sempre, senza chiedermela tutte le volte! :-)

150 g di zucchero
2 uova
80 g di burro
200 g di farina
4 mele renette
mezza bustina di lievito
mezzo bicchiere di latte
1 cucchiaio di zucchero di canna
1 limone
1 pizzico di sale
1 bustina di vanillina
pinoli

Fate fondere il burro e sciogliere il lievito in mezzo bicchiere di latte. Con una frusta sbattete bene lo zucchero con le uova e aggiungeteci la farina pian piano in modo che non si formino grumi. Poi versateci 3/4 del burro fuso, il lievito sciolto, la vanillina e spremeteci il succo di un limone. Un pizzico di sale per completare. Il composto deve risultare abbastanza denso. Versatelo in uno stampo. Tagliate finemente le mele e infilatele bene a raggera dentro al composto. Spolverizzate con un cucchiaio di zucchero di canna, dei pinoli (e delle uvette, se vi piacciono) e un filo di burro fuso. Infornate a 160° per circa mezz'ora. Servitela ancora tiepida con una pallina di gelato alla vaniglia...

martedì 13 febbraio 2007

crema di fagioli e orzo al profumo di rosmarino



Questa è la crema delle feste della mia famiglia. Laddove di norma ci sono i cappelletti in brodo, noi abbiamo la crema di fagioli e orzo. La ricetta originaria è di Patrizia, rubata a sua volta a un ristorante carino che c'è dalle mie parti, la Locanda Perinella, ma io l'ho un po' rivisitata a gusto mio.

250 g di fagioli di lamon (o borlotti)
1 carota
2 cipolle piccole o 3 scalogni
150 g orzo
mezzo bicchiere d'olio extravergine
rosmarino

Lasciate a bagno i fagioli (se secchi)* per una notte. In una pentola capiente mettete mezzo bicchiere d'olio extravergine di oliva e fate ammorbidire le cipolle e la carota. Aggiungeteci un litro d'acqua, un cucchiaio di sale grosso e i fagioli. Coprite e lasciate cuocere per circa 2 ore. Quando i fagioli risulteranno ben cotti toglietene un paio di cucchiai, che terrete da parte. Con il minipimer frullate tutto bene, sino ad ottenere una crema. Se risultasse troppo densa, allungate con dell'acqua. Rimettete sul fuoco, versateci i fagioli interi che avete tenuto, l'orzo e un rametto di rosmarino**. Attenzione ora, perché l'orzo tende ad attaccare, per cui abbiate cura di mescolare accuratamente di tanto in tanto. Servirà circa un'ora per la cottura dell'orzo (io non lo lascio mai in ammollo...). A cottura quasi ultimata valutate se aggiungere un po' d'acqua per ottenere la giusta cremosità e aggiustate di sale. Servite con un giro d'olio e una spruzzata di pepe.

* in alternativa potete usare la pentola a pressione, senza l'ammollo preventivo.
** potete metterci anche dei funghi secchi

lunedì 12 febbraio 2007

patate all'alloro



Iniziamo il lunedì con una verdura, le patate, amatissime. Queste son state una scoperta, ho trovato la ricetta in qualche rivista che non ricordo, e me le ero appuntate in mente. Sono facilissime e il risultato è eccellente.

patate di dimensione simile (2 a testa circa)
alloro
timo
olio, sale e pepe

Sbucciate le patate e incidetele. Infilate nelle incisioni le foglie di alloro. Disponete le patate in una pirofila, aggiungete acqua fino a 3/4 delle patate, un filo d'olio, del sale e del timo. Io ho messo anche una spruzzata di pepe, ma non è necessario. Cuocetele in forno caldo a 160°-180° coperte con della stagnola per circa un'oretta, o per il tempo necessario alla cottura a seconda della grandezza delle patate. Prendono un buonissimo profumo di alloro.

venerdì 9 febbraio 2007

crocchette di patate e zucchine


Improvvisate, ma non troppo, questo classico delle cucine delle nonne. Le patate mi hanno un po' tradita, non erano belle compatte e il risultato è stato mediocre. Serve riprovare, ed essere più fortunati, forse, o soltanto più abili...

4-5 patate medie
1 zucchina
1 uovo e 1 tuorlo
200 g di parmigiano
noce moscata
prezzemolo
pan grattato
olio per friggere
sale e pepe

Fate bollire le patate e poi schiacciatele. Separatamente, fate dorare appena in un filo d'olio (deve restare croccante) la zucchina tagliata a julienne. Mescolare le due verdure, aggiungete le uova, del sale, del pepe, la noce moscata, il prezzemolo, 4 cucchiai di pan grattato e il parmigiano. Con il composto fate delle palline che passerete nel pan grattato e friggerete in olio bollente.

giovedì 8 febbraio 2007

calore serale per chi ha poco tempo



Calore serale per chi ha poco tempo, piatto dignitosissimo di una cucina tra le più tradizionali, quella sarda. Forse moltissimi la conoscono già, io pure sapevo cosa fosse, ma non l'avevo comprata mai. Fintanto che un dì di qualche mese fa mi son decisa. Ed è stato amore a prima cucchiaiata! Ora non manca mai in dispensa. Ecco a voi, la fregola.
Troppo di corsa ieri, l'ho fatta con quei viveri che si hanno in casa perché "non si sa mai". Due vongole surgelate (sic..!) e dei bei pomodorini ciliegini (fuori stagione.. sic!). Poco invitante questa ricetta? Così com'è descritta, in un blog tra mille blog raffinati che esistono, parrebbe proprio di sì. Ma non sono andata vicino all'indecenza, non ancora almeno. Per due vongolette surgelate... suvvia.

200 g di fregola
1 confezione di vongole surgelate (se fresche, è decisamente meglio)
una decina di pomodori ciliegini (anche secchi, se piacciono)
1 cucchiaio d'olio
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino
prezzemolo

Fate rosolare l'aglio e i pomodorini nell'olio, leggermente, senza scurire gli ingredienti. Aggiungete 750 ml di acqua, salate, e aggiungete un peperoncino. Portate a bollore e fate cuocere per circa 15-20 minuti. A fine cottura una spruzzata di pepe e di prezzemolo. Servite.

mercoledì 7 febbraio 2007

pan de queso o pão de queijo?



400 g di farina di tapioca
20 g di olio

20 g di latte
150 g di parmigiano o gruviera
2 uova
1 cucchiaio di sale

Riscaldate il forno a 180°. Versate la farina di tapioca in una terrina e mescolatela al sale. Portate ad ebollizione il latte con l'olio e versate il composto bollente sulla farina di tapioca. Mescolate bene con un cucchiaio. Aspettate qualche minuto, affinchè l'impasto si raffreddi un po', prima di aggiungere le uova, una alla volta, mescolando con le mani. Lavorate bene l'impasto. Dovrà acquisire la giusta consistenza per poter formare delle palline. Incorporate infine il formaggio. Ungetevi le mani con l'olio o con altra farina e formate diverse palline piccolette, che disporrete su una teglia ben distanziate le une dalle altre. Mettete nel forno che avrete un po' abbassato (diciamo 150°) per circa 30 minuti. I panini si gonfierano in cottura.

martedì 6 febbraio 2007

spiedini di pollo marinati

Piatto un po' spicy oggi! Thailandia, Kanchanaburi, lungo il fiume Kway, due estati fa. Ho un ricordo di quel posto assolutamente privato, che conserverò nel tempo come quelle immagini riflesso di emozioni che restano dentro di noi. Abbiamo fatto un corso di cucina durato una giornata. Splendido e divertente, ritmato dagli starnuti causati dai fumi della curry paste, dagli odori del coriandolo e dal profumo della lemongrass... e poi zenzero, cipolla, uova, noodles, cocco, quei wok che entrano dentro al fornello dando forma al pad thai, alla tom yam, al masaman curry: una straordinaria festa di sapori.



2 petti di pollo interi
per la marinata:
2 scalogni finemente affettati
1 spicchio d'aglio
4 peperoncini
1 cucchiaio di radice di zenzero grattuggiata
2 cucchiai di salsa di soia
2 cucchiai di miele
2 cucchiai di succo di limone

per la salsa:
1 peperoncino
1 cucchiaio di succo di lime
1/4 tazza di Thai fish sauce *
1 cucchiaio di arachidi arrostite
2 scalogni

Per la marinata, mettere tutti gli ingredienti in una ciotola abbastanza larga. Aggiungeteci poi il pollo già infilato nei bastoncini e lasciate marinare per circa 2 ore in frigo. Preparate nel frattempo la salsa. Fate abbrustolire le arachidi, poi aggiungete tutti gli altri ingredienti. Lasciate restringere la salsa, e cuocetela per circa mezz'ora. Se troppo densa, allungate con un po' d'acqua. Per la cottura dei petti di pollo, dovrete prima pulirli dalla marinatura, farli un po' rosolare in un filo d'olio e, solo in un secondo momento, bagnarli con la marinatura. Coprire e cuocere fino a che risultino un po' caramellati. Servire con del riso bianco a piacere.

*La fish sauce, per chi mi chiederà cos'è, è una salsa scura e salata, molto usata nella cucina thai e vietnamita, che si può trovare abbastanza facilmente nei negozi etnici.

lunedì 5 febbraio 2007

lagaccini al cioccolato



Per questi lagaccini mi sono ispirata a una ricetta letta su Cioccolato! di Trish Deseine. Il risultato è stato piacevole, nonostante qualche perplessità lungo il cammino. Lei li chiama semplicemente biscotti, a me ricordano molto per forma e leggerezza il lagaccio genovese. E così, per me, lagaccini siano!

per 30 biscotti circa:
210 g di farina
1 bustina di lievito
200 g di zucchero
4 uova
75 g di burro ammorbidito
1 cucchiaino d'estratto di vaniglia
200 g di cioccolato a pezzettini

Amalgamate bene lo zucchero e il burro. Aggiungete poi le uova una a una, il lievito, la farina e l'estratto di vaniglia. Aggiungete infine il cioccolato (io ho usato il fondente), tagliato a pezzettini.
Dovrà risultare un composto abbastanza denso, che riporrete in frigo per circa 30 minuti. Ora, Trish dice di riporlo in frigo avendo prima formato due rettangoli di cm 10x25. E questo perché, una volta messi in forno, i due rettangoli dovrebbero gonfiarsi restando però stretti in larghezza. Mettete le due strisce in forno caldo a 180° per circa 25 minuti. Vedrete che si gonfieranno, rimanendo morbide. Quando sono dorate in superficie, tiratele fuori dal forno, attendete qualche minuto di raffreddamento, e poi affettatele. La forma è tipo un cantuccio, allungato: originale. Dopo aver tagliato la pasta a forma di lagaccini, riponeteli in forno, a 150°, e fateli dorare da entrambi i lati per circa 5-8 minuti. Sfornateli, attendete che raffreddino. Il risultato è simpatico! Servite con del caffé.

venerdì 2 febbraio 2007

riso venere, porri e colombare

Torno a parlar della mia terra con le Colombare, un vino bianco di uve dal profumo un po' esotico di questa azienda vinicola di Breganze che è Firmino Miotti, un po' amico di famiglia, un po' poeta, assolutamente un personaggio moderno d'altri tempi. I vini presenti sulla mia tavola sono quasi sempre i suoi. Ve ne parlerò spesso. Mi è piaciuto l'ambiente quando sono andata a trovarlo, le dolci colline, le viti, la cura, la saggezza e la sapienza, la modernità di una cantina tutta nuova e il calore di quella vecchia, dove i più fedeli sostano ancor oggi per un "goto de vin".



riso venere
un porro
uno scalogno
un bicchiere di Colombare

Fate bollire il riso venere in acqua salata. Tagliate a rondelle sottili il porro e fatelo un po' appassire con lo scalogno in un filo d'olio. Bagnate con metà vino, lasciate evaporare.
Quando il riso è quasi cotto, scolatelo e aggiungetelo ai porri. Fate insaporire qualche minuto ancora, versando l'altro mezzo bicchiere di vino. Servite.

Azienda Agricola Firmino Miotti - via Brogliati Contro 53 - 36042 Breganze (Vi)

giovedì 1 febbraio 2007

biscotti con la "maranelo"

"Sono incatenato a questo posto, amo tutto, la legna che butto sul fuoco, la brina nella boscaglia... e quel mistero, quella magia di cui mi sento investito, onorato..." (G. Parise)

Nonostante la quasi metà della mia vita sia trascorsa a Milano, sono nata, e resto nello spirito, vicentina. Nella credenza ho sempre qualche ingrediente della natìa terra, dalla farina gialla per la polenta al riso veronese. Tornerò con altri guazzabugli veneti.
Questi biscottini sono fatti con la farina di maranelo, pregiata come solo in veneto sanno delineare la semplicità elevandola a pregevolezza, e tipica delle nostre zone per la polenta fine e cremosa.


250 g di farina di maranelo (gialla finissima)
200 g di farina bianca
180 g di zucchero
170 g di burro
3 uova
la buccia di un limone


Unite le due farine e setacciatele. Versatele sulla spianatoia insieme allo zucchero e alla buccia del limone grattuggiata. Aggiungete il burro alla farina, quindi 3 uova intere e lavorate fino ad ottenere un impasto semidenso che dovrà essere versato in una tasca da pasticcere e poi sulla placca da forno. Date ai biscotti la forma preferita. Cuocete a 180° per circa 15 minuti.