martedì 5 giugno 2007

qual è il tuo cibo perfetto?

Leggevo Bourdain, un classico ormai. Leggevo Il Cuoco perfetto, e lo rileggo a tratti, per gustare un po' di queste avventure in giro per il mondo di un cuoco che un giorno ha deciso di provare l'improvabile, di conoscere quello che nemmeno lui aveva mai visto, di mangiare cibi spaventosi, esotici, meravigliosi, alla ricerca del cibo perfetto.

Naturalmente sapevo che il cibo migliore del mondo, il cibo perfetto, molto di rado è il più sofisticato o il più costoso. Il contesto e il ricordo giocano un ruolo fondamentale nei pasti più eccelsi della nostra vita. Ammettiamolo: stai mangiando della semplice carne grigliata sul barbecue sotto una palma, avverti la sabbia fra le dita dei piedi, un samba in sottofondo e lo sciabordio delle onde che si spengono sulla spiaggia. Mentre una brezza leggera ti rinfresca la schiena, guardando dall'altra parte del tavolo, tra le bottiglie vuote di Red Stripes, cogli l'espressione sognante della tua compagna e ti rendi conto che in capo a mezz'ora farete l'amore fra le lenzuola candide e fresche dell'albergo. Quella coscia di pollo alla griglia acquisterà subito un sapore maledettamente migliore.

Così parlò Bourdain, e credo abbia ragione assoluta. Spontaneamente ho pensato a quale fosse stato il mio pasto perfetto, ed emotivamente due ricordi son balzati alla memoria. Stranamente appartengono entrambi a una vacanza tormentata ma importantissima nella mia vita, la Thailandia nel 2005: in uno eravamo 4 amici, trekking a Kanchanaburi, su una montagna di bambù, umidità senza pari, le liane intrecciate e lisce, il diluvio, la traversata del fiume aiutati da noi soli, e la sosta, finalmente, sotto un capanno. La natura intorno, la pace, la gioia, i piedi con le bolle stretti dallo scarponcino fradicio. A darci ristoro, solo uno spiedino di pollo caramellato e un bambù ripieno di riso pilaf. Ecco, il pasto perfetto in un contesto perfetto. L'altro? Qualche giorno dopo, dopo la tempesta, dopo il distacco. Ritrovare la pace, per breve tempo, in un'ambientazione da favola. isola di Ko Chang, un capanno per dormire con il bagno all'aria aperta, per 1 euro e cinquanta a notte. Grande barbecue sulla spiaggia per gli ospiti, il tavolo di legno bianco sulla sabbia, smussato dal mare, dal vento e dai monsoni, una candelina fioca, la semplicità assoluta: una fetta di barracuda per due, del riso bianco, una birra Singha. Era davvero tutto magnifico, in quel momento, anche la disperazione che avevo dentro. E poi abbiamo fatto l'amore.

E il tuo cibo perfetto, qual è stato?

10 commenti:

Anonimo ha detto...

La sarciccia con i fagioli.

Gaia ha detto...

hm...bello questo post mi piacciono molto le parole che hai usato! delicate e lievi...bello bello!
c'è un piccolo meme che ti aspetta...

Anonimo ha detto...

ma non mi dici il tuo cibo perfetto? :-))

Anonimo ha detto...

Il mio cibo perfetto risale a 4 anni fa.
Era una bellissima serata di primavera e all’epoca vivevo in Irlanda dove non c’è assolutamente la cultura del buon cibo.
La mia vita là era serena e felice, soprattutto dopo la cena più importante della mia vita.
Erano diversi mesi che mi frequentavo con Pablo e lui mi prometteva sempre un bella cena a casa sua (un po’ difficile a causa dell’andirivieni di gente).
Era un po’ una sfida la sua, perché io sostenevo che gli spagnoli non sono bravi come noi italiani a cucinare. Invece non fu così.
Nella sua casa regnava sempre il disordine, ma quella sera era tutto così ordinato. Le candele erano accese e messe in ogni stanza, persino in bagno, c’era odore di incenso al sandalo ovunque e la musica degli Zero 7 ci accompagnava. L’atmosfera era romantica e io mi sentivo sulla luna.
Silenzi, sguardi, risate e piccoli gesti erano naturali.
Il momento della cena fu magico. Mi preparò un’ottima Paella. Era da tempo che gli chiedevo gli ingredienti e la modalità di preparazione, ma lui non mi diede mai la ricetta dicendo che era un segreto, e poi capii il perché. Voleva farmi una sorpresa. Era fatta su misura per me, tutta a base di verdure. Era eccellente.
Per dessert delle fragole con la panna e il tutto assaporando un vino spagnolo fatto portare direttamente da Madrid.
A fine cena, la musica era finita e nessuno dei due metteva un nuovo cd nello stereo.
Ci guardavamo e sorridevamo e d’improvviso, a bruciapelo, Pablo mi disse “Ti Amo, Ti Amo e Ti Amo. Sei diventata la persona più importante della mia vita e non posso vivere senza di te. Questo momento sarà per sempre. Adoro stare con te, mi piace stringerti, amarti, baciarti e vedere i tuoi occhi sorridenti, mi fanno dimenticare che sono lontano da casa e che non ho nessuna voglia di tornare a casa”. Era la prima volta che mi diceva queste cose.
Io non fui capace di rispondergli, ma solo di baciarlo, abbracciarlo. L’emozione non mi permetteva di parlare. Ero troppo felice. Innamorata.
Ci amammo tanto.
Lo amerò per sempre.

Anonimo ha detto...

lacrimuccia... questo racconto vuol dire molto, in tutti i sensi. ti voglio bene.

Anonimo ha detto...

è da ieri sera che sto pensando a questa domanda che mi fai, il mio cibo perfetto..., non so ancora risponderti sai? Sia perchè il mio vibo perfetto cambia da situazione a situazione, sia perchè in questo periodo non saprei dirti. Qunado comincia afare caldo tante volgie di sapori e atmosfere diventano più lievi e meno cercate. Se mi verrà in mente te lo verrò a dire :-)

p.s. io aspetto la tua lemon curd, od orange curd, come vuoi ;-)

Elisa ha detto...

Tesoro, dovresti scrivere un libro...ci hai mai pensato? ;)

In quanto al cibo perfetto, per me, quello che si gusta (o si prepara anche) con il proprio partner: cibo, sesso e amore per me sono inscindibilmente legati dalla passione, per questo amo quei ragazzi che sperimentano, non schizzinosi insomma...e questo no, quest'altro no...che noia e non solo a tavola! :)

P.S. Ottima scelta il libro ;)

Anonimo ha detto...

mumble, mumble.... mica facile!
Forse me ne vengono due:

il primo: l'indimenticabile polipo all'elbana del ristorante La Cantina, La Pila, Isola d'Elba. E' di una semplicità disarmante: un polipazzo bollito in un guazzetto di ottimo olio d'oliva toscano, limone e prezzemolo. mi si scioglieva in bocca.... il tutto in uno dei ristoranti più semplici e spartani del mondo.
Ho provato a farlo tante volte, ma non mi è mai venuto così morbido. Il ristorante, disgraziatamente, nel frattempo ha cambiato gestione...

il secondo: estate 2005, Cuba, Cayo Sabinal,isoletta sperduta al largo della costa ovest, il vero paradiso. Io, Simo, una coppia di australiani recuperati per strada, una banda di cubani che sembrava uscita da un fumetto, un paio di gatti e un cane di razza indefinibile. Unici abitanti dell'isola (giuro). Ci hanno preparato delle enormi aragoste alla griglia, riso, fagioli neri e platano fritto e abbiamo passato una delle serate più divertenti della vacanza. Alla fine ci hanno montato delle tende e abbiamo dormito sulla spiaggia. Bagno impraticabile, ma che importa quando ti tuffi in un acqua che sembra uscita da una bottiglia dell'Evian e godi dell'alba più infuocata del mondo?

Bagel Slave

Anonimo ha detto...

Secondo me il cibo perfetto e'.....il cibo. Nel senso che puo' piacere o non piacere,ma e' tutto quello che ci sta' intorno che e' perfetto,il pensiero,la preparazione, la compagnia,la cucina, ah che meraviglia il cibo!Complimenti per il post!!!Ciao

Anonimo ha detto...

Per legarmi a qualcuno che lascia commenti sul tuo blog, come antipasto metterei anch'io il polpo lesso. Quando ero piccolo e vivevo all'Elba con i miei nonni (bei tempi), sotto casa loro c'era un vecchietto che la mattina andava a pescare i polpi, e di pomeriggio li cucinava e li vendeva. Niente di speciale, solo polpo lesso. Tu andavi da Lui e ti sentivi domandare granfia o borsa? Dopodichè prendeva una forchetta da un bicchiere insieme a tante altre forchette, sai che attenzione all'igiene c'era 30 anni fa) e te lo mangiavi li al momento. E' uno dei ricordi che ho.
Come primo metterei sucuramente i Capunsej (gnocchetti di pane tipici della zona di Solferino) conditi con burro e salvia (senza formaggio per me) che mangiavo al ristorante Nido del Falco a solferino appunto. Adesso non c'è più, e la ricetta è sparita con lui.
Il secondo....... Io sono patito dei primi e non di secondi ma....
Sono indeciso tra il chily con carne che mangiavo negli States e tutti i crostacei (aragoste, gamberoni, astici, granseole....); opterei per i secondi, quanto meno per sottolineare la mia appartenenza al mare...
Contorno ???? Non saprei, un'insalata qualsiasi condita con limone va bene.
Per il dessert, una semplice e banale torta margherita e come frutta non ho dubbi!!!!!!
Fragole con panna !!!!!! (al secondo posto a parimerito Ciliegie e cocomero).
E dopo tutto questo ben di dio, ..... un po' di esercizio in posizioni strane non guasterebbe!:-)