venerdì 21 dicembre 2007

solo buon Natale

Cari amici miei, niente fotina, niente racconti oggi, niente ricetta, il tempo mi sfugge... meno male che me lo riprenderò tutto, per qualche giorno, da domenica in poi. Devo dirvi che mi ha fatto moltissimo piacere leggere i vostri commenti al mio post sulle meringhe, qui sotto, è stato come scambiarsi una piacevole confidenza, tra di noi. Questo è il bello del blog! E' quasi passato il primo anno di vita qui, e la cosa mi fa piacere assai. Ma certo, un anno già?!?... ecco, capite quei fili bianchi che mi crescono in testa mo'? Urge parrucchio, sempre più spesso. Non lo posso accettare!!! :-)) Un abbraccione a tutti, davvero. Buon natale di cuore, da adina, o semplicemente, da elena.

giovedì 20 dicembre 2007

meringhe, nocciole, e il sapore del mio natale



C'è una foto di me, ero credo in seconda liceo, eravamo in gita, e ci sono io che guardo fuori dal finestrino, pensierosa. Se mi guardo adesso allo specchio, riconosco di quella foto i miei tratti. Non mi sembra passato molto tempo, ma era circa vent'anni fa. Quei fili bianchi che spuntano tra i capelli, ispidi, sono la traccia di anni trascorsi. Lisa si ricorderà quando veniva a svegliarmi il giorno di Natale. Era sempre la mattina presto, e lei era davvero piccola. Sembrava un maschietto, paffutella e con la frangetta. Bellissima, vispa, simpatica. Ecco, lei è cambiata parecchio nel corso degli anni, si è abbellita molto, e forse non si riconoscerebbe in una foto dell'epoca, così come capita a me, che sono abitudinaria, i capelli sempre uguali, i colori dei vestiti pure. Mi svegliava presto, perché aspettava Babbo Natale, chiaro. Insieme scendevamo le scale e andavamo a vedere sotto l'albero cosa c'era. E poi facevamo la cioccolata calda, che portavamo nel lettone dei miei, e insieme si scartavano i regali. L'albero aveva tante lucine, che mio papà curava con la dedizione di chi ama ogni anno tirar fuori gli scatoloni impolverati pieni di palline. Poi qualcosa è cambiato. Dieci anni fa mio papà ha deciso di andarsene, un po' presto per tutti noi, e l'ha fatto proprio in questi giorni di festa. E così il nostro Natale ha assunto un aspetto nuovo, tutta la vita ha cambiato un po' sembianza, rimanendo abbastanza uguale nei tratti sostanziali, ma rompendo qualche equilibrio. Gli anni a seguire, ogni volta che facciamo l'albero, nel sistemare le lucine, penso alle mani di mio papà, che arrotolavano quelle luminarie, senza ingarbugliare i fili, e le fissava per l'anno dopo. Per fortuna nel tempo sono arrivati tre cuginetti, e pian piano anche il nostro Natale ha ripreso ad avere un bel senso. Diverso, semplicemente. Ora festeggiamo dallo zio, la Vigilia, e non si mangia mai la stessa cosa, forse sopravvive la crema di fagioli, ma già quest'anno non si sa. Il menu è in itinere. E' come se si fosse persa una tradizione, ma in fondo ne abbiamo guadagnate altre. Famiglie spezzate in casa nostra, tutte, ma tutti uniti. Chiacchiere che si ripetono, Lisa che organizza la sua tombola nascondendo i regalini, che durante l'anno compra, in giro per casa, dimenticandosi sempre qualche ambo o cinquina all'ultimo, e rimediando qualche sciocchezza che impacchetta due minuti prima di iniziare il gioco, un Santo Stefano che dura dieci ore, giorno ricco di amici che vanno, vengono, restano, calorosi. Tutto fila liscio e, in fondo, tutti attendiamo questi giorni con gioia. E' un momento per stare insieme, ed è quello che conta.

Le meringhe non hanno nessun significato, messe qui, forse solo quello della mia prima volta, la novità che rappresentano, come tutti i nostri Natali.

75 g di albume (2 uova circa)
150 g di zucchero di canna
30 g di nocciole

Il procedimento ricorda molto questo della meringa italiana. Riscaldate il forno a 150º. Mescolare l'albume a temperatura ambiente con lo zucchero in un recipiente a bagnomaria, finchè tutto lo zucchero si sia sciolto. Nel frattempo tagliate a pezzetti le nocciole. Servirebbero lamelle di nocciole, ma io non le ho mai viste, esistono? Togliete lo zucchero con l'albume dal bagnomaria e versatelo in uno sbattitore elettrico. Fatelo andare per circa 15 minuti, fintanto che il composto si sarà raffreddato e avrà assunto una consistenza compatta, appiccicosa e il colore ricorderà quello del torrone. Con il sac-à-poche o un cucchiaio, ricavatene delle meringhe sulla placca del forno, e cospargetele di nocciole. Cuocete in forno a 100° per circa 20 minuti. Lasciate raffreddare completamente prima di servire, si devono asciugare dentro per bene.

martedì 18 dicembre 2007

ciambella col té e panna acida

Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe... (Mario Rigoni Stern, Il Sergente della neve)



In onore di tutta la neve che sta avendo l'Italia e il nord America e chissà quanti altri posti. Amo la neve, forse lo devo aver scritto da qualche parte qui dentro. Questa ricetta non so dove l'ho pescata, di fatto cercavo un dolce con la panna acida, visto che l'avevo trovata all'esselunga. E' una ciambella nevosissima, ma dentro calda e dalla consistenza morbida, quasi bagnata. Cri non ne può più dei miei esperimenti :-), dopo i biscotti al matcha e il pain d'épices (di cui non ho foto decenti), mi ha detto: fammi dei biscottini semplici semplici... :-) E' un po' come me, in fondo, non ama particolarmente le spezie. Infatti io ho omesso molte spezie che ci sono nella ricetta, adattandola un po' al gusto mio. E' vero, è una ciambella grassa, forse, tra panna e miele e burro e olio... ma vi assicuro, d'inverno non c'è di meglio!!! E poi è quasi Natale, su....

170 g di burro a temperatura ambiente
60 ml di olio vegetale
170 g di zucchero di canna
300 g di miele
125 g di panna acida
260 g di farina
3/4 cucchiaino di bicarbonato di soda
mezzo cucchiaino di sale
2 cucchiai di spezie miste
1cucchiaio di cannella
1/2 cucchiaino di chiodi di garofano in polvere (facoltativi)
1/2 cucchiaino di cardamomo in polvere (facoltativo)
un pizzico di noce moscata (facoltativo)
un pizzico di zenzero in polvere (facoltativo)
120 ml di latte
120 ml di acqua bollente
4 cucchiaini di té (o 4 bustine)
3 uova

Mettete in infusione il té nell'acqua. Battete il burro con lo zucchero ed il miele a crema, e aggiungere l'olio. Unite le uova una alla volta, poi la panna acida. Togliere le bustine di té dall'acqua e aggiungete il latte. In un'altra ciotola unite la farina , il sale , il bicarbonato e tutte le spezie. Pian piano mescolateci la farina e l'acqua, che verserete gradualmente per non far formare grumi. Infornate a 180° per 45 minuti circa, controllare che sia asciutto dentro ma non cuocere piu del dovuto.

lunedì 17 dicembre 2007

tartelette romane (quasi una foresta incantata!)



Questa tortina è frutto di un'invenzione. Quello che c'era in frigo, senza pensieri. Nel mio frigo c'è quasi sempre parecchio cibo... soprattutto ci sono sempre molte uova e molto burro, e nella dispensa molta farina!! Ma non invecchiano mai... in questo periodo poi, tra biscottini vari e torte, urge far la spesa spesso. Ho fatto ieri, sempre della serie "c'è il matcha da finire" e "non mi capacito che qualcosa non mi piaccia"quei biscottini verdi che si son visti qua, qua e qua. Allora, belli erano belli, decisamente. Son venuti precisi, con tutto lo zucchero attorno.. ma il sapore.. no, no, non fa per me. Ritorno sul mio pensiero iniziale. Non riesco. Resto in tema verde con il broccolo, però! :-)

per circa 5 tartelette

per la base (ricetta di C. Felder)

200 g di farina
5 g di sale
90g burro a pezzetti
un uovo
20 g d'acqua

per il ripieno
un broccolo romanesco
125 g di ricotta
un pizzico di sale e di pepe
un cucchiaio di panna
un cucchiaio di senape
qualche nocciola
una grattugiata di pecorino romano

Preparate la pasta, mescolando il burro a pezzetti con la farina e il sale. Quando la farina avrà assorbito il burro, aggiungete l'uovo e da ultimo l'acqua. Otterrete una pasta elastica, che avvolgerete nella pellicola e lascerete riposare in frigo un'oretta. Trascorso questo tempo, riprendete la pasta e stendetela in una teglia grande (o in 5 formine individuali), fateci dei buchetti con la forchetta, metteteci dei fagioli dentro e cuocete in forno caldo a 180° per circa 15 minuti. Nel frattempo preparate il ripieno. Fate bollire il broccolo già tagliato a roselline in acqua salata. Tenete da parte qualche rosellina che servirà per la guarnizione, e frullate il resto con la ricotta, la panna, la senape e il sale. Otterrete una cremina verde e densa, dal sapore non invasivo. Quando le tartelette hanno terminato la prima cottura, riempitele con la cremina, e guarnite con le roselline dei broccoli bollite e qualche nocciola tostata e tritata grossolanamente. Ripassate in forno altri 10 minuti. Da ultimo, spolverate con una grattugiata di pecorino romano e un pizzico di pepe.

mercoledì 12 dicembre 2007

la storia continua: il saraceno e i mirtilli rossi


La saga del saraceno continua. Poi basta per un po', prometto. Avevo in dispensa una marmellata di mirtilli rossi che viene direttamente da Campo Tures. Dovreste vederla!! Magari ve la fotograferò, è bellissima. Rossa rubino, piena di mirtillini piccoli piccoli e rossi. Bella proprio. E così, dopo gli gnocchi di ieri, anche la torta è stata una sorpresa per me. Forse inconsueta come sapore, ma la vedo ottima per le mattine delle vacanze di natale... :-)

5 uova medie
2 cucchiai di olio leggero
150 g di zucchero
vaniglia
la buccia di un limone
sale
150 g di farina di grano saraceno
2 cucchiaini di lievito per dolci
200 g circa di marmellata di mirtilli rossi
zucchero a velo

Montate i tuorli a bagnomaria con 100 grammi di zucchero, la vaniglia e la buccia di limone grattugiata. Montate poi gli albumi a neve con il resto dello zucchero e il pizzico di sale. Unite l'olio al composto di tuorli e aggiungete delicatamente gli albumi.
Mescolate la farina con il lievito e uniteli poco alla volta al composto di uova. Versate in una tortiera e cuocete a 200° per circa 30/40 minuti.
Quando la torta è fredda tagliatela a metà e farcitela con la marmellata. Cospargetela di zucchero a velo. Potete sostituire la marmellata di mirtilli con quella di ribes. L'importante che sia rossa!

martedì 11 dicembre 2007

gnocchetti di grano saraceno, quasi come dei pizzocheri


Non so come mai, ma mi è preso il periodo del grano saraceno. Forse perché richiama indirettamente il Natale, le montagne del Trentino, la neve, una calda polenta davanti al camino, Adina... svegliati! sei in piena Milano, e fuori fa un freddo becco!

un kg di patate
100 g di farina bianca
200 g di farina di grano saraceno
sale e pepe
mezza verza
una grattugiata di casera
40 g di burro salato

Fate bollire le patate con la buccia. Lasciatele raffreddare e schiacciatele con lo schiacciapatate. Aggiungetevi un pizzico di sale e uno di pepe, le farine e mescolate con le dita fino ad avere una pasta da gnocchi. Fate attenzione con le quantità di farina, le quantità da me indicate sono indicative, perché dipende dal grado di assorbimento che le patate hanno della farina. Ricavate dei bastoncini e tagliateli a gnocchetti. Fateli bollire nell'acqua salata con dentro la verza tagliata a listarelle sottili. Quando verranno a galla, conditeli con il burro salato fuso. Servite con una grattuggiata di casera e un pizzico di pepe. Volendo potete anche gratinarli un po'.

Se non diventano troppo mollicci strada facendo, porterei questi gnocchetti al Pranzo delle Feste di Cocò e Cuoca per caso!! ...e chissà che un dì non lo possiamo fare per davvero un pranzo delle feste!

mercoledì 5 dicembre 2007

risotto all'uva caramellata (e ai semi di zucca)



Questo risottino è un retaggio di sabato scorso. Un retaggio nel senso di idea rubacchiata al D'O, dove siamo state con Cate e Simona. Mi piace sempre il D'O, mi piace l'atmosfera molto poco da ristorante che c'è, ma quasi di trattoria, con un'eleganza nascosta e velata. Una prerogativa che un po' mi appartiene, che appartiene a Milano, per nulla sfolgorante e maestosa, ma assolutamente sorprendente quando si sbircia dietro un portone e si scopre un giardino curatissimo, un cortile dalle linee pulite, pacate, quando oltre la corte si intrecciano edere arrampicate sulle case di ringhiera, e luci soffuse. Sobrietà e discrezione sono le parole che meglio contraddistinguono questo modo di essere. E al D'O è un po' così, salvo lasciarsi un po' andare sul finir di serata, quando, la trattoria ormai vuota, tutti rassettavano in armonia e anche Davide Oldani si è lasciato scappare delle battute.
Il risotto mangiato sabato sera prevedeva uva, liquirizia e semi di girasole. Io volevo metterci i semi di zucca tostati, ma all'ultimo me li son scordata nella credenza... :-) Però metteteli se volete. Quanto alla liquirizia, quella l'ho riservata ad un altro momento. Insomma, ho fatto un po' di corsa ieri, l'avrete capito. Questo risotto è solo un'ispirazione.

170 g di buon riso
mezzo bicchiere di succo d'uva
3 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 noce di burro
brodo vegetale (1 carota, 1 gambo di sedano, 1 cipolla)
qualche acino d'uva bianca
mezzo bicchiere di vino rosso
100 g di zucchero di canna

Preparate un brodo vegetale. Fate tostare il riso in una padella antiaderente, versateci pian piano una spruzzata di succo d'uva e il brodo, e cuocete il risotto mescolando di tanto in tanto. Nel frattempo, sbucciate gli acini d'uva e privateli dei semini. In un tegame, versateci il vino e lo zucchero, che si deve sciogliere. Aggiungetevi l'uva e fatela caramellare. Quando il risotto è pronto, mantecatelo col parmigiano, il burro e, da ultimo, metteteci
gli acini d'uva che saranno ormai avvolti in una salsina densa. Finite con una spruzzata di pepe. Qui qualche seme di zucca tostato non ci starebbe male, farebbe un po' croc. Provate. Io provo la prossima volta! :-)

martedì 4 dicembre 2007

tartufi ricoperti di cioccolato bianco e matcha


In dispensa ho il matcha, preso nella follia dell'inizio del blog, dove tutti parlavano di matcha. E' toccato pure a me, certo. Però, mi tocca confessarlo, a me il matcha non fa impazzire. Amo il suo colore, però, questo sì! Non è che lo detesti proprio, ma non ne vado in cerca, ecco. Solo che domenica, facendo una passeggiata con le mie preferite, ho visto dei tartufi verdi in una cioccolateria. E mi si è illuminata la lampadina! Potrei iniziare ad utilizzare il matcha per ricoprire quei tartufetti che ho in freezer da qualche giorno in attesa di copertura. E così ho fatto. Non erano nemmeno malaccio! :-) Anzi! Quindi, abbinamento iperclassico, certo, il cioccolato bianco e il matcha, ma almeno così ho trovato un sistema per usufruire di questa polverina verde!

250 g di cioccolato amaro
250 ml di panna fresca
50 g di burro
200 g di cioccolato bianco
un cucchiaino di matcha

Fate sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente con il burro. A parte fate bollire la panna, e versatela a filo nel cioccolato, facendo attenzione che non si creino grumi. Mettete in frigo una notte finché il composto si solidifica. Ricavatene poi delle palline e mettetele in freezer un'ora circa (o fino al momento in cui decidete di farle), così poi riuscite a passarle nel cioccolato fuso più facilmente. Fate fondere il cioccolato bianco a bagnomaria, aggiungetevi il matcha e mescolate bene. Passate i tartufetti dentro al cioccolato bianco aiutandovi con uno stecchino (tipo quelli da spiedini). Se potete metterli fuori all'aperto, col freddo che c'è, si solidificheranno velocemente. Conservateli in frigo.

Questa ricetta partecipa alla raccolta di ricette di Natale di Francescav!

lunedì 3 dicembre 2007

il boccone della regina (in pigiama)


Ma che fine fatte fare ai piatti che fotografate? Che rigirate mille volte alla ricerca della luce corretta, del colore più accattivante, che nel frattempo che li avete fotografati son sicuramente passati cinque, dieci minutini, e restano forse sì il piatto più bello, il piatto del re, ma spesso anche il più freddo... ecco, la mia zuppa del sabato, quella della foto, è stata regalata a Simona, che si è dunque pappata il boccone della regina, con tanto di cucchiaino in tinta, schiena dritta, braccia composte, risatina contenuta (ma addosso il pigiama!). Niente di meglio di un pranzo con le mie preferite!

zuppa di cavolfiore e crema di zucchine

un cavolfiore
1/2 litro di acqua
1/2 litro di latte
1/2 porro mondato
1/2 cipolla
1 patata
1 noce di burro salato
sale

per la crema di zucchine

olio extravergine, un filo
2 zucchine grosse
1/2 cipolla rossa
sale e pepe
qualche filetto di mandorla
grani di sale nero

Mettete in una pentola l'acqua, il latte, il porro, la cipolla, la patata e il cavolfiore a pezzi. Aggiungete due cucchiaini di sale grosso, coprite, fate raggiungere il bollore e cuocete circa venti minuti. Metteteci una noce di burro, e passate il tutto col mixer ad immersione fino ad ottenere una crema.
Nel frattempo tagliate fini fini le zucchine, e fatele rosolare per circa 10 minuti con la cipolla rossa in un filo d'olio extravergine. Salate e pepate. Non devono essere troppo cotte. Mettetele nel bicchiere del mixer ad immersione e riducetele in crema, che avrà una consistenza decisamente maggiore di quella della zuppa di cavolfiore.
Mettete la zuppa nel piatto (o nel bicchiere, il boccone della regina!). Riempite un sac-à-poche di crema di zucchine e decorate la zuppa. Finite con qualche filetto di mandorla, un paio di grani di sale nero delle Hawaii e un filo d'olio.