giovedì 31 maggio 2007

MM03 spicy: muffin greci

Arrivo di corsa, ma arrivo. Mi piaceva l'idea di partecipare al mio primo raduno di blogger! :-) Ultimo giorno per l'MM03 Spicy create il vostro MUFFIN, indetto da Un tocco di Zenzero, ! La mia vita è perseguitata dalle scadenze, sul lavoro poi non ne parliamo, sempre con l'acqua alla gola! Uff... Quindi, ho imbastito qualcosa, tra le 21 e le 22 di questa sera... ecco, qualcosa. Profumatissimo il profumo, tenera la consistenza. Mi devo sbrigare a scrivere, son già le 23.12 e alle 24 scade tutto questo gioco! Come un bilancio oggi, come un'asta su ebay, scadeeeee... dai, svelta... Ho pensato a quello che avevo in frigo, in dispensa, nel mio orticello sul balcone e mi son venuti in mente dei muffin alla maniera dei greci... chissà, proviamo!




180 g di farina manitoba
3 uova
10 cl di latte
10 cl di olio
150 g di feta
6 olive nere
1 scalogno a fettine sottili
2 pomodorini sardi
un mazzetto di basilico, timo, origano
un pizzico di peperoncino
1 cucchiaino di lievito chimico
sale e pepe

Mettete in un mixer la farina manitoba, il lievito e azionate. Pian piano poi, aggiungetevi le uova, il latte, l'olio, il sale e il pepe. Da ultimo il mazzetto di aromi, il peperoncino, lo scalogno, le olive e la feta. Non devono amalgamarsi rompendosi questi ultimi ingredienti, qualche pezzetto si deve vedere. Imburrate e infarinate degli stampini e versateci un cucchiaio del composto. Inserite uno strato di fettine sottili di pomodori, e continuate col composto. Infornate a 180° per circa 15-20 minuti. Servite con dei cetrioli conditi con origano e olio extravergine.



mercoledì 30 maggio 2007

panna cotta con salsa di ciliegie


Allora (so che sta male iniziare con allora, però... è come se stessi parlando ad amici, no?), dicevamo giusto ieri che avrei postato la ricetta della panna cotta per Lisa, il mio amoruccio, e magari anche per lo zio Roby, così possono avere la ricetta sempre (nonostante l'abbia data loro molte volte!). Ed eccola qua, come promesso. Vista molte volte, sì, ma con un tocco di stagione: le ciliegie.

per la panna cotta
500 ml di panna fresca
250 ml di latte fresco
12 g di colla di pesce
100 g di zucchero
1 stecca di vaniglia

per la salsa di ciliegie
200 g di ciliegie
50 g di zucchero

Ammollate la colla di pesce in acqua fredda. A parte, fate giungere ad ebollizione, ma poi spegnete subito, la panna, il latte, lo zucchero e la stecca di vaniglia. Aggiungetevi la colla di pesce strizzata, mescolate fino a scioglimento completo. Bagnate uno stampo da plum cake con acqua fredda e versateci il liquido. Fate intiepidire e mettete in frigo per qualche ora.
La salsa: con un mixer ad immersione frullate le ciliegie precedentemente snocciolate, aggiungetevi lo zucchero e portate ad ebollizione con un filo d'acqua. Lasciate che la salsa si restringa, passatela poi al colino, e mettetela in frigo. Rovesciate la panna cotta su un piatto e servite con la salsa e qualche ciliegia.


giovedì 24 maggio 2007

uova in cocotte



In questi giorni ero a casa sola. Ammetto che mi son ri-goduta la mia casetta bianca per un momento, dopo molto tempo. Bella sensazione rivedermi in intimità le ombre della ringhiera liberty sul muro la sera, o la luna a metà dalla finestra del bagno nell'oscurità.
E, nel troppo lavoro, la sera non avevo le forze per cucinare. Così ho aperto il Cucchiaio d'argento, il primo libro di cucina che mi hanno regalato un sacco di anni fa e che non uso così tanto, e ho cercato un classico del single: le uova! Mica vado matta per le uova... però, magari, fatte in un modo diverso... e così ho dato vita alle cocotte. Avevo tutto (serviva poco nulla in verità) e, posso dire? Grande soddisfazione, persino la scarpetta ho fatto! Vi dò la ricetta per due.

2 uova
300 g di porri
15 g di burro
noce moscata
sale e pepe

Mondate i porri, tagliateli a fettine sottili e fateli appassire in un tegamino col burro a fuoco lento. Salate pepate e spolverizzate di noce moscata. Aggiungeteci un paio di cucchiai di acqua calda e coprite per circa 10 minuti. Devono diventare lucidi. Imburrate 2 cocotte e versateci i porri. Sgusciate un uovo per cocotte e mettete in forno caldo a 160° per 6 minuti. Estraete, coprite con un foglio di alluminio e rimettete in forno spento per altri 3 minuti. Togliete i fogli, salate se serve.

mercoledì 23 maggio 2007

budino al caffé con cioccolato e peperoncino


Dallo studio sull'agar agar ancora non completato (me ne manca di strada!) ne ho ricavato un budino al caffé. Questa ricetta l'ho inventata di sana pianta, ma il risultato era più che soddisfacente. Il sapore del caffé era intenso, ma non invasivo. Ed ha il vantaggio che si può fare un po' in anticipo.

per 2-3 budini
125 g di yogurt greco
125 g di ricotta
1 tazzina di caffé
150 ml di latte fresco
2 cucchiaini rasi di agar agar
2 g di colla di pesce
80 g di zucchero

per la colata
100 g di cioccolato fondente 60%
40 cl di panna
un pizzico di peperoncino in polvere

Mettete a sciogliere lo zucchero nel latte e portate a bollore. Aggiungeteci i due cucchiaini di agar agar, e continuate a mescolare per 2 minuti. Spegnete. Ammollate la colla di pesce in acqua fredda e aggiungetela al latte zuccherato. Versateci il caffé e fate intiepidire. Frullate la ricotta e lo yogurt greco. Versate il liquido di prima in questo composto di ricotta e yogurt e mescolate finché tutto sia ben amalgamato. Disponete negli stampini e mettete in frigo.
Per la finitura, fate sciogliere a bagnomaria il cioccolato fondente con la panna. Fate intiepidire e servite cospargendo di peperoncino in polvere.

martedì 22 maggio 2007

tonno, lime e olive arrostite con fagiolini


Riesco poco a cucinare in questi giorni, son strapiena di lavoro. Ma domenica ho fatto una cosa svelta, ma pur sempre saporita. Il tonno fresco, mia delizia.

500 g di tonno fresco
100 g di fagiolini freschi
un lime
5-6 olive nere
3 cucchiai di olio extravergine di oliva
sale e pepe

Fate bollire i fagiolini in acqua salata, scolate e fate raffreddare. Tagliate la scorza del lime a fettine sottilissime, avendo cura di tralasciare la pellicina bianca. Tenetele da parte. Preparate un'emulsione con il lime spremuto, 3 cucchiai di olio, il sale e il pepe. Tagliate le olive in pezzettini e fatele arrostire in mezzo cucchiaio di olio per circa 10 minuti. Scottate il tonno in una pirofila antiaderente, senza grassi, da entrambi i lati. Fate attenzione a non cuocerlo troppo, dentro dovrebbe rimanere un po' crudo. Affettate il tonno, adagiatelo sui fagiolini nel piatto, e conditelo con l'emulsione. Completate con le scorzette di lime e le olive arrostite.


domenica 20 maggio 2007

l'Emozione

La profonda incisione - ciò che sognammo, metà nell'ignoranza, metà nell'assoluto, qui. (G. Ritsos, Corpo nudo)



Atto primo. Sabato, 19 maggio, ore 12.30. L'appuntamento. E' stata l'attesa del dì di festa, il mio sabato del villaggio. E' stato rimandato il dentista, è stato abbandonato il lavoro per qualche ora. E in una giornata in cui il sole scaldava l'asfalto e la brezza lo rinfrescava siamo volati verso via Magenta 18, San Pietro all'Olmo, Cornaredo, periferia di Milano. I campi di papaveri, le margherite, i cipressi. Sì, perchè per coloro che non sono di qua, una precisazione è d'obbligo. Milano finisce all'improvviso, e all'improvviso appaiono i campi. In fondo a via Ripamonti, periferia sud, di qua della strada i palazzoni alti, al di là i campi di grano. Dietro Linate, periferia est, la campagna riprende dolcemente la vita. E così verso Cornaredo, periferia ovest. A due passi dalla fiera di Fuksas, sembra di entrare in una dimensione quasi di "una volta". Dove siamo andati? Al D'O. Da Davide Oldani. Ora, non so dire se inconsciamente fosse un desiderio agguerrito, ma nelle notti precedenti questo sabato ho sognato il D'O e il suo cuoco un paio di volte... :-) e così le aspettative si erano sicuramente agghindate di mistero, di gioco, di sorrisi. Certo, mi faceva molto piacere andarci... ma due sogni addirittura!

Atto secondo. L'arrivo. La visione. Come nel sogno di cui sopra, lui era lì, bellissimo nella sua casacca bianca immacolata, davanti alla porta di "casa sua". L'emozione mi ha colta. Eravamo finalmente, dopo mesi e mesi, a destinazione. Buongiorno - aria sbarazzina, da bimbetto curioso e attento -, avete prenotato? (che domande... se uno potesse passare di lì ed entrare al D'O senza prenotare che D'O sarebbe?) Ci ha fatto accomodare. Ha visto il suo libro spuntare dalla borsa... Avete comprato il libro? - occhi sorpresi come se realizzasse inaspettatamente che qualcuno potesse aver comprato il suo libro... - e l'avete anche letto? (beh... in poche ore, a dire il vero, ma lui non può sapere che intimamente lo ammiriamo parecchio). E' la prima volta che venite? (eh...). Spero non rimaniate delusi (come potremmo... son già talmente ben disposta). Arriva il menu, non faccio quasi in tempo a buttarci l'occhio, che riappare. Oramai sedotta, mi esce un Faccia lei... Timidamente dice "la cipolla la dovete assaggiare... (assolutamente!!) e poi un risotto e dei ravioli, un maiale e una capasanta... OK! andata!! Non ho capito cosa mangerò, ma so per certo che sarà buonissimo.
Atto terzo. Inizia la ruota, la battuta, gli opposti, il ritmo. Ricordate il libro? Cuoco andata e ritorno. Già, l'andata e il ritorno, il mondo intero e San Pietro all'Olmo, l'antitesi assoluta, la contraddizione perfetta. La poesia del caldo e del freddo, l'amore del sale e dello zucchero, la morbidezza e la croccantezza, la carne e il pesce insieme, il tempo compatto di piatti che si susseguono instancabili e quello rilassato delle chiacchiere dopo il caffé. Quasi a ricordare Sant'Agostino, la fluidità del tempo in un susseguirsi tra passato, presente e futuro. In un tutto di armonia, di semplicità. Ecco, questo è il D'O. Non so davvero ricordare con precisione ciò che abbiamo mangiato, emozionata, ma quello che è rimasto sono delle sensazioni. Quella della nostra prima volta, la cipolla caramellata, di pasta sfoglia rivestita, morbida, fragrante, profumata con le cremine al parmigiano, calda e fredda, liquida sotto, più compatta sopra. Quella del sorbetto di basilico annegato in una colata di crema di ricotta, fresco, estivo, mediterraneo. Quella della mousse al cioccolato bianco, levigata e sobriamente dolce, con l'acidulo coulis di frutto della passione, bello, giallo, solare. E poi il daikon nei ravioli, e la sfoglia di barbabietola che mai avrei pensato mi piacesse, sottile, viola e croccantissima a dar colore alle capesante, il risotto superbo nel suo piatto davvero fondo, con candide seppie e delle perle di tapioca, caviale vegetale.
Tutto questo è stato, un paio d'ore di passione.

Il sipario si chiude. E volevamo prenotare per il mio compleanno, novembre. Ma, ma, s'ha da fare solo dopo il primo di giugno, con il nuovo quaderno delle prenotazioni che partirà da settembre.

(Mi voglia perdonare Davide Oldani per aver rubato tre foto dei suoi piatti...)

D'O
Via Magenta 18
San Pietro all'Olmo, Cornaredo (MI)
02/9362209
menu degustazione 32 euro
prezzo medio 50 euro vini compresi

martedì 15 maggio 2007

l'errore del budino di cioccolato e zenzero



Questa ricetta nasce da un errore. In verità quello che volevo ottenere era una mousse.. solo che nel fare cento cose assieme, ho usato la panna (l'unica che avevo in casa) insieme al latte, invece di separarle, come diceva la ricetta, e così di mousse non se n'è parlato proprio! Oramai avevo assemblato gli ingredienti, e cosa potevo fare? Ho mischiato tutto, messo nello stampino lo stesso, in frigo non s'è rappreso con la densità delle mousse chiaramente, ma è rimasta comunque una crema soft, tipo quei budini che si vendono al supermercato nel banco frigo... e, fresco com'era, è andato giù benissimo contrastando la calura di domenica! Quindi, non è che vi possa dare una ricetta precisa, ma solo la mia ricetta "sbagliata"!!!

50 g di cioccolato fondente
un cucchiaino di zenzero grattugiato
100 ml di panna
50 ml di latte
30 g di zucchero
fragole

Mettete insieme la panna e il latte e lo zucchero (ecco l'errore!) e montatele comunque con lo sbattitore elettrico, finché si gonfieranno un po'. Fate fondere a bagnomaria il cioccolato e lo zenzero. Lasciate intiepidire. Aggiungeteci il composto di panna e mescolate bene. Versate in bicchieri o coppette, lasciate raffreddare in frigo e servite con le fragole a pezzetti.

lunedì 14 maggio 2007

arrosto di maiale con salsa di rabarbaro

La scoperta del rabarbaro*. Non so nel resto d'Italia, ma questa radice a Milano non si trova molto facilmente. In piazza Tricolore c'è però un verduriere di "prestigio", quelli che a Milano chiamiamo i gioiellieri. Certo, è caro, ma serve anche dire che certe verdure, certe erbette, certi frutti particolari e inusuali lui li ha. Per cui, ode al rabarbaro! Impiegato quasi sempre in abbinamento con le fragole o i lamponi, ho voluto invece provarlo sotto forma di composta con il maiale. Era buono. Rilascia un sapore un po' asprigno, ma cotto tipo agrodolce, col maiale ci stava bene.

g 500 lonza di maiale
un mazzetto aromatico (salvia, rosmarino, timo)
olio extravergine d’oliva sale e pepe

Per la salsa:
200 g di rabarbaro
mezzo bicchiere di vino rosso
20 cl di aceto
40 g di zucchero

Strofinate la lonza con sale e pepe, mettetela in una pirofila insieme con il mazzetto aromatico, conditela con un filo d’olio e infornatela a 200°, per 50 minuti circa. Intanto preparate la salsa: spellate le coste di rabarbaro privandole delle fibre, tagliatele a tocchetti e cuocetele in una casseruola con g 150 d’acqua, il vino, l’aceto e lo zucchero, finché il liquido si sarà ridotto a una salsina sciropposa. Affettate la lonza tiepida, sistematela nel piatto e servitela con la salsa di rabarbaro.

*Per essere certi della sua freschezza dovete spezzare i gambi e vedere se esce una goccia di succo. Se il rabarbaro è troppo maturo, la sua acidità diventa troppo forte. Si conserva bene anche in freezer tagliato a tocchetti dopo avere ben lavato e asciugato i suoi gambi.

giovedì 10 maggio 2007

da abele

La casa era giusto al confine tra il vento e la sete, un posto abitato da fate e da poche altre forme di vita ugualmente concrete, vicino all'incrocio di un paio di strade sterrate, che senza motivo apparente si incontrano e poi, disperate, ripartono, tristi, così come sono arrivate .. qualcuno che fermo all'incrocio pensò "aspettiamo che arrivi l'estate" (Daniele Silvestri)
In un posto alquanto improbabile, ficcata in una viettina che parte da via dei Transiti, tra viale Padova e viale Monza, dei nostri amici qualche tempo fa ci hanno suggerito questa trattoria. Da Abele. Entusiasti ci siamo tornati e ci ritorneremo. Non posso definirla una vera cucina milanese, non credo nemmeno si picchi per esserlo, ma è senz'altro una cucina tradizionale, che spesso diventa anticonformista e a volte insolita. Insomma, spesso ci si trovano ingredienti non così comuni, tipo il luppolo dell'altra sera!
Il menu non ha una scelta vastissima, ma in questo sono d'accordo e preferisco decisamente meno alternative, purché decise. E' molto conosciuta per i risotti che, devo dire, sono eccellenti. L'altra volta avevo assaggiato il risotto con fragole e brie ed era molto delicato. Le fragole lasciavano un buon gusto senza invadere la mantecatura del brie, e viceversa.

L'altra sera invece abbiamo mangiato la quiche di luppolo e ricotta di capra e un'insalatina di fave, pecorino e cicorino come antipasto, abbiamo saltato il primo, prediligendo dei totanetti al profumo di arancia e del baccalà mantecato con olive e capperi su un fondo di indivia e, come dolce, una trifle di cioccolato e fragole e un'ile flottante. Ora, la quiche era buona, senza avere un sapore forte di panna o uova, e aveva nel mezzo questi germogli di luppolo che, davvero, non avevo mai assaggiato! I totanetti super, morbidi, con un ripieno profumatissimo di zest di arancia e il baccalà (che ho solo assaggiato) molto dignitoso (per una veneta come me, che lo ama cotto in modo diverso).
Appunto sul dolce: la trifle di cioccolato e fragole l'ho presa per non ripetermi (nel menu c'era anche una tatin di pere che avrei senz'altro prediletto... ma sempre la tatin?? ok che è il mio dolce preferito, però... ), ed era buona, ma non eccelsa. Ossia, la coppetta di plastica non mi ha convinta, e ok che siamo in trattoria, ma lì davvero è tutto molto curato, seppur distrattamente: la boiserie di una volta è stata pittata di verde smeraldo, ci sono quadretti e foto alle pareti che spaziano dall'antica Milano al quadro moderno, e il soffitto è tutto viola! I piatti di portata poi prevedono spesso delle cocottine arancioni, cenno diverso dal solito piatto. E quella coppetta di plastica... mmhh... la mousse di cioccolato poi era buona sì, fatta in casa sì, però.. banale, ecco. L'ile flottante invece era superbe!

Altri piatti nel menu l'altra sera erano, tra i primi, un risotto con le fragole e brie, un risotto con il cervo e i funghi, dei canestrelli di zucchine e curry. Come secondi lo stinco di vitello con zenzero e agrumi, un bianco di pollo farcito con feta e salsa di miele e fra i dolci dei brownies e la tatin di pere... che sarà per la prossima volta. Buona scelta di vini, di varie regioni.
Prezzo medio in linea con Milano, sui 30 euro.

Da Abele
Via Temperanza, 5
20127 - Milano
02 2613855 • 02 2619087

mercoledì 9 maggio 2007

variante della cheesecake: con le fragole



Poi basta dolci per un po'... lo so, siamo alle solite, un dolce mi viene facile da preparare. Un arrosto un po' meno! Questa volta niente ricetta, ve la potete leggere qui, ma solo una foto e una variante. La copertura di fragole. Era la prima volta che mi veniva una torta così liscia, senza gobbe, precisa insomma. Rinetta era con me, l'abbiamo fotografata insieme, lei mi faceva i dispetti perché ci voleva mettere i giochini dei miei cuginetti e io li spostavo... l'erba è una sua idea, l'ho apprezzata molto. Era sabato sera, ci siamo ritrovati tra ex compagni del liceo. Una goduria!
Per la copertura fate un coulis di fragole, con 5 belle fragole, il succo di mezzo limone (facoltativo, dipende dall'acidità), 30 g di zucchero. Frullate tutto, e passatelo al setaccio, così da eliminarne i semini. Versatelo delicatamente sulla torta e mettete in frigo.

martedì 8 maggio 2007

sformatini al limone

Avevo voglia di giallo! Nel blog non c'è mai stato un post giallo. E i colori sono assolutamenti importanti. A Positano qualche anno fa avevo preso i classici piatti ovali decorati a mano, tutti diversi e colorati. Quando la sera cucinavo per me sola, non so come, sentivo il desiderio di un colore particolare per sera. Era la sensazione, di una sera con l'azzurro, un'altra col giallo, un'altra con il verde.. Cosa vorrà dire ciò?

per 6 sformatini
100 g di panna fresca
50 g di burro
40 g di zucchero
6 fette di pancarré
3 tuorli
1 uovo
2 limoni
zucchero a velo
burro e zucchero di canna per gli stampi

Ammollate il pancarré in una miscela di panna e latte, unite l'uovo, i tuorli, il burro, fuso, la scorza grattugiata dei limoni e lo zucchero. Distribuite il composto in 6 stampini imburrati e inzuccherati, poi infornate a 190° per 25 minuti circa. Sformateli, spolverizzateli di zucchero a velo e serviteli subito.

lunedì 7 maggio 2007

di che vino sei?

Francesca mi ha invitata a partecipare a questo forum sul vino per conoscerci... ma, è troppo difficile per me rispondere a queste domande! ...non sono per nulla intenditrice di vini, vado molto a seconda delle papille gustative del momento. Sono veneta, non dovrei dire ciò, ma è proprio così. Comunque, chi mi conosce sa che mi ubriaco difficilmente! Reggo molto bene!

- Secondo te il vino è maschile o femminile?
Asessuato

- Sei più vino rosso, bianco o rosé?
Rosso e corposo, decisamente.

- La tua prima volta?
Ma è tanto grave se non me lo ricordo?

- Il tuo miglior ricordo “emotivo” di un vino?
Ora con Christian, tutte le volte che sperimentiamo qualcosa di nuovo con la curiosità di farlo!

- La migliore associazione tra un vino e una portata?
Dirò una sciocchezza, ma a me piaceva molto il Bricalet con i fusilli Latini al pesto... una cena frugale, ma impreziosita da ottimi prodotti. Non so dirvi nulla in merito al Bricalet, sono una frana, se non che è un vino rosato delle Langhe, un po' fruttato e frizzantino (il contrario di ciò che preferisco.. ma è bello essere così e cosà) ...andava giù che era una meraviglia sotto le fresche frasche!

- La tua migliore degustazione (prevista o fantasticata)?
Oh... forse un Barolo, chissà dove chissà quando...

- Chi sceglie il vino in casa tua e chi amministra la cantina?
Prima lo facevo da sola, ora lo faccio, sbadatamente, con Christian. Non mancano quasi mai le bottiglie di Firmino Miotti, però. Ritengo siano ottimi vini, coltivati con amore e tradizione.

- Quanti vini hai in cantina?
In cantina è una parolona... diciamo che nei 40 cmq accanto alla cucina giacciono delle bottiglie varie di vini di Breganze (VI), da Firmino a Maculan, dei Pinot e dei Cabernet e qualche Bordeaux.

- Come inizieresti un giovane al vino?
Portandolo nella cantina di Firmino Miotti, a Breganze. A vedere le viti, le colline, la geometria dei tralicci, il sudore, la vendemmia, la cantina, quella vecchia e quella nuova...

spicy melanzane



Ma com'è che stamattina c'erano 24 gradi e un sole splendido e ieri solo 17??? Non siamo mai pronti a sufficienza... e oggi, con le calze su, ho troppo caldo!
Facilissime da fare, ma almeno un po' diverse dalle solite grigliate di verdure che inizieremo a mangiarci nei mesi a venire. Quindi:

melanzane tagliate sottilissime e grigliate
olio extravergine
paprika o Chef Paul Prudhommes :-)
aglio tagliato molto molto fine
sale
pepe
prezzemolo

Fate una vinaigrette sbattendo con una forchetta l'olio e tutti gli altri ingredienti. Prima di versarlo sulle melanzane grigliate, spolveratele di paprika, e per la quantità fate secondo il vostro gusto. In verità non vi suggerisco di usare il mio Chef Paul, perché non so dove lo possiate trovare... a me l'hanno portato dagli Stati Uniti. E' un intruglietto molto buono, a mio avviso, che ha alla base la paprika, del sale, del peperoncino. L'insieme non deluderà.

venerdì 4 maggio 2007

pane morbido con albicocche e nocciole



Sulla scia del periodo panificazione che ha coinvolto Christian, ho tratto questa idea. Un pane, e va bene, ma più morbido degli altri, e arricchito con della frutta fresca e secca. Da accompagnare al formaggio, mi sembrava davvero un'idea eccellente quanto all'abbinamento dei sapori. E così è iniziato l'esperimento. Alla ricetta iniziale sono state apportate delle modifiche, il cui risultato mi ha soddisfatta proprio.

1 bustina di lievito secco
mezzo cucchiaino di zucchero
1 tazza di farina bianca (più 1 tazza per la giusta consistenza)
1 tazza di farina integrale
1 cucchiaio raso di sale
1 cucchiaio di olio extravergine
25 g di burro
6-7 albicocche
1 manciata di nocciole


Impastate il pane come segue: fate la classica fontana su una spianatoia, con una tazza di farina bianca e una di farina integrale. Metteteci al centro il lievito secco, lo zucchero, il sale, l'olio e il burro e impastate con una tazza d'acqua. Aggiungete eventualmente altra farina bianca (presa dalla seconda tazza) affinché diventi una palla bella elastica. Copritela con un canovaccio umido e lasciate lievitare in un posto tiepido per circa un'ora. Io l'ho messa in forno a 30°. Dovrebbe raddoppiare di volume. Nel frattempo, tostate le nocciole in una padella, così il loro sapore si arricchisce, e spezzettate le albicocche. Quelle fresche vanno benissimo, più in estate però. Io ho usato delle albicocche sciroppate con vino moscato che avevo in casa, di questa Cascina di San Cassiano che fa ottimi prodotti. Il loro è un sapore molto di amaretto, quasi asprigno, e restano molto morbide. In assenza di questo prodotto, potrebbe essere interessante provare a farle in casa, mettendo delle albicocche a bollire con del vino moscato e un po' di zucchero e conservarle sotto vetro. E' un'idea, non le ho mai fatte. :-) Riprendere la palla di pasta e aggiungervi le nocciole e le albicocche, senza lavorare ulteriormente la pasta. Infornare in uno stampino da plum cake per circa 45 minuti. Il forno dev'essere caldo, a 170°, non di più, così la lievitazione durante la cottura procede ulteriormente senza aggressioni di calore. Sformate e lasciate raffreddare. Dal mio punto di vista, la presenza del burro (per quanto poco) ha permesso che questo pane avesse una consistenza molto morbida, che si è mantenuta nei giorni successivi.


giovedì 3 maggio 2007

panna cotta al té verde con cioccolato



Dunque, la storia del té verde in polvere, chiamato matcha o maccha, è una storia ormai che si rincorre lungo i mesi del blog in uno spazio esteso come tutti i blog che ho visitato, e sono tanti! Un mondo nuovo, il blog, prodotti inediti, ma solo fino a prima di conoscerli, orizzonti che si schiudono, ricerche da ponderare, manie da sviscerare e negozi da spogliare, curiosità pronte a prendere il volo per nuovi viaggi! Insomma, il matcha è una cosa non da tutti, ma per i bloggers è abbastanza per tutti. E l'ho voluto provare pure io, che non sono appassionata di té verde. Compiuta l'indagine di mercato consueta, il mio barattolino di polvere verde viene dal Korean Market di Roma, Via Cavour. Pure a Milano esiste, in svariati posti, ma la mia amica Simona, di Roma, me l'ha regalato gentilmente (su mia richiesta di andarlo a cercare... ) :-)

Quindi, ora che ho 'sto barattolino, che ci faccio? Proviamo con la panna cotta, mi son detta. E' carina un po' verdina, chissà il sapore. Et voilà, svelato il mistero. Té verde, ma delicatamente verde e delicatamente saporito. Buona.

per circa 6 stampini

400 ml di panna fresca
200 ml di latte
un baccello di vaniglia
100 g di zucchero
12 g di colla di pesce
2 cucchiaini di matcha o due bustine di té verde
50 g di cioccolato fondente
50 g di cioccolato bianco

In un pentolino, portare dolcemente a ebollizione la panna con il latte, lo zucchero e la stecca di vaniglia privata dei suoi semini. Nel frattempo ammollate la colla di pesce in acqua fredda, senza romperla, poi strizzatela e, a fuoco spento, aggiungetela alla panna. Inserite anche i due cucchiaini di matcha setacciandoli. Mescolate bene, finché la colla di pesce si sia sciolta. Bagnare con acqua fredda degli stampini e versateci il composto. Lasciate appena intiepidire, prima di mettere in frigorifero. Fate rapprendere, qualche ora ci vuole. Sformate la panna cotta su dei piatti e decorate con cioccolato fondente fuso a bagnomaria, e cioccolato bianco, a cui avrete aggiunto una punta di matcha, per renderlo verdino. Se usate il té verde in bustine, mettetele in infusione nella panna. Non sono certa che il colore venga altrettanto verde, ma il sapore forse sì.