mercoledì 6 agosto 2008

vietnamonamour

Penso spesso a un’immagine che solo io vedo ancora e di cui non ho mai parlato. È sempre lì, fasciata di silenzio, e mi meraviglia. La prediligo fra tutte, in lei mi riconosco, m’incanto. (L'amante, M. Duras)



Presto fu tardi nella mia vita, direbbe Marguerite Duras nel suo L'amante. Tardi per scoprire un posto così intimo, ma non così tardi per potervelo raccontare. Qui si respira un po' di quell'Indocina, di quel Vietnam, che raccontava la Duras. Della sua opera vi sono i tratti descritti in un muro, all'ingresso. E poi si diffonde un ambiente caldo, curato, rassicurante, a momenti malinconico. Come quelle immagini ingiallite del fiume Mekong, di quel traghetto, di quella quindicenne che sarebbe stata, inconsapevole, divorata dalla passione. Come quelle fotografie appese alle pareti di questo jardin d'hiver, che altro non sono che la mamma e i parenti della proprietaria, Christiane Blanchet.

Vietnamonamour. Lo scopriamo in una via di Milano, poco conosciuta. Ci si svela un palazzo dei primi del Novecento, quegli angoli nascosti di una città inedita ai più. Due gradini, il parquet, le pareti di mattoncini, una breve discesa verso un dehors piacevolissimo. Il marito di Christiane, Dario Arlunno, si avvicina, ci racconta il loro percorso. Ho conosciuto mia moglie a Milano. Christiane è franco-vietnamita, ha studiato storia alla Sorbonne e, appassionata di storia dell'arte, è approdata a Milano come frangia ultima di un viaggio alla scoperta delle bellezze artistiche del nostro Paese. E ci è rimasta, per il lavoro, per l'amore. Ma poi, insieme, siamo andati alla scoperta delle bellezze del Vietnam, ricerca profonda delle origini, più di tutto, abbiamo cercato di carpirne il carattere, gli odori, le tradizioni. La cucina del Vietnam del Nord, soprattutto, non ha sapori forti e invasivi. E prima di trasferirla al pubblico, per due mesi abbiamo festeggiato con amici, ogni sera quasi, qua dentro, per capire se avrebbe potuto funzionare. Infine, nel 2006, abbiamo aperto. Solo i vini e i dolci non appartengono alla cucina vietnamita: i primi perché, pur in Vietnam coltivando delle uve, non sono all'altezza della cucina, i secondi invece sono troppo stucchevoli per il palato italiano. Li abbiamo rielaborati, prendendo spunto dalla cucina francese, che nel Vietnam ha la sua forte influenza, facciamo dei crème caramel col latte di cocco, per esempio.



Io non sono mai stata in Vietnam, e forse la cucina in Vietnam sarebbe un filo differente come è giusto che sia. Ma, assicura Dario, facciamo il possibile per avvicinarci, spesso facendo arrivare ingredienti introvabili a Milano. La cucina vietnamita predilige cotture leggere, stir fry e wok, abbinamenti delicati, spezie moderatamente impiegate. A tratti emerge il lemongrass, il curry prudentemente mescolato al latte di cocco come condimento delle verdure servite in un coccio - da tornarci solo per quelle -, involtini di sfoglie di riso ripieni di gamberi e verdure, o di carne, i tipici nem, da intingere nel nuoc mam, salsa fermentata di pesce, essenza del cibo vietnamita, come per noi l'olio d'oliva. E poi insalata di mango, carote e daikon, pesci marinati nell'aneto e nella curcuma, pollo dal sapor di miele, con salsa allo zenzero e limone, cipollotti fritti e porri. Persino il caffé viene servito nella tipica tazza vietnamita. Noi abbiamo molto gradito, inebriati dal vino e dai profumi.
Vietnamonamour è anche bed&breakfast, molto carino dalle foto. Ma quella sarà, magari, un'altra storia.
Buone vacanze, a questo punto!



Vietnamonamour
via Pestalozza 7
Milano
tel. 02 70634614
aperto anche a pranzo con una formula a 15 euro
chiuso la domenica
prezzi 35 euro circa, vini esclusi