ma guarda che si son inventati...
Vabbé vabbé, questo post è lì pronto (o quasi) da Natale. Ma siamo a primavera e anche Pasqua se n'è passata. Ma poi, non è un qualcosa, questa torta, che trova il suo tempo a Natale, almeno a parer mio. Torno quindi a parlare della mia terra d'origine, perché i Veneti alla terra ci sono molto attaccati. Terra come campagna, terra come radice profonda dalla quale slegarsi diventa esilio, terra come identificazione di un popolo, terra come cibo povero, terra impareggiabile, come diceva Quasimodo.
Ho sempre pensato che i Veneti avessero una marcia in più. Ma non perché sia di parte. Io i Veneti li guardo spesso con sana circospezione e critica. Sono grandi lavoratori, grandi imprenditori, molti venuti dalla terra, dalle fiere origini contadine, sono imprenditori con la canottiera, almeno quelli di un tempo. E nel mio sguardo migliore che riservo loro, sono dei fantasisti, dei piccoli geni.
A Natale mi è stata donata questa torta. Le vedete quelle zampette lì? Quelle del gato? Ma voi la conoscete la filastrocca che dice vicentini magnagati (padovani gran dotori, veneziani gran signori, veronesi tuti mati), no? Leggo in un Giornale di Vicenza di qualche anno fa che i vicentini parrebbero essersi guadagnati l'appellativo di magnagati nel 1698, quando una grande invasione di topi aveva terrorizzato la città e, malgrado vari tentativi di combatterli, la situazione era così grave che Venezia dovette intervenire inviando un esercito di gatti! C'è un'altra ipotesi sulla provenienza del termine magnagati, teoria di origine fonetica, che trova fondamento nelle parlate locali: per dire "hai mangiato?" si può dire a seconda che si sia nell'antica Venezia o nel dialetto padovano o vicentino "ti ga magnà?", "gheto magnà", "gatu magnà?".
E te pareva che non si inventassero un dolce che identificasse a pieno la loro già forte identità? Molto campanilisti, pochi mesi fa, i pasticceri dell'Associazione Artigiani si sono riuniti per inventare La Gata, un dolce, una tortina secca, con un punto fermo: la ricetta contiene solo prodotti naturali, alcuni tipicamente del territorio, come la grappa e la farina di mais. la confezione è divertente, contornata da immagini dei migliori monumenti di Vicenza e dentro... questo simpatico stampino per lo zucchero a velo... attenti, xè pasà la gata! E questa volta la potete pure mangiare!
Ho sempre pensato che i Veneti avessero una marcia in più. Ma non perché sia di parte. Io i Veneti li guardo spesso con sana circospezione e critica. Sono grandi lavoratori, grandi imprenditori, molti venuti dalla terra, dalle fiere origini contadine, sono imprenditori con la canottiera, almeno quelli di un tempo. E nel mio sguardo migliore che riservo loro, sono dei fantasisti, dei piccoli geni.
A Natale mi è stata donata questa torta. Le vedete quelle zampette lì? Quelle del gato? Ma voi la conoscete la filastrocca che dice vicentini magnagati (padovani gran dotori, veneziani gran signori, veronesi tuti mati), no? Leggo in un Giornale di Vicenza di qualche anno fa che i vicentini parrebbero essersi guadagnati l'appellativo di magnagati nel 1698, quando una grande invasione di topi aveva terrorizzato la città e, malgrado vari tentativi di combatterli, la situazione era così grave che Venezia dovette intervenire inviando un esercito di gatti! C'è un'altra ipotesi sulla provenienza del termine magnagati, teoria di origine fonetica, che trova fondamento nelle parlate locali: per dire "hai mangiato?" si può dire a seconda che si sia nell'antica Venezia o nel dialetto padovano o vicentino "ti ga magnà?", "gheto magnà", "gatu magnà?".
E te pareva che non si inventassero un dolce che identificasse a pieno la loro già forte identità? Molto campanilisti, pochi mesi fa, i pasticceri dell'Associazione Artigiani si sono riuniti per inventare La Gata, un dolce, una tortina secca, con un punto fermo: la ricetta contiene solo prodotti naturali, alcuni tipicamente del territorio, come la grappa e la farina di mais. la confezione è divertente, contornata da immagini dei migliori monumenti di Vicenza e dentro... questo simpatico stampino per lo zucchero a velo... attenti, xè pasà la gata! E questa volta la potete pure mangiare!
21 commenti:
e tu lo hai mai mangiato un gatto? :-)
miao
molto divertente questa storia, e la formina dell'impronta del gatto è deliziosa. Eh sì, lo sapevo dei veneti magnagati ;-)
Francesca
Belline quelle zampine!
0_0Tina
Dunque...ma ti pare che parlando di vicentini te ne esci con "ti ga magnà" e "gatu magnà"? Sono popoli distinti. Qui in Veneto i confini ci sono. Fuori dal Veneto siamo tutta una stirpe, ma dentro la nostra terra, non si faccia confusione!! magfi
Ma che belle quelle zampette,la mia parte veneta ringrazia per la ricetta,ma nn magna i gatti ehhhh ;-)
Anche se ti dirò,mia nonna mi ha raccontato un sacco di volte di quando ai tempi della guerra usavano "frollare" il gatto pronto da cuocere sotto la neve candida..ARGHHHHHHHHH ;-))!
Troppo carina questa torta con le zampine! Ehi, domenica cambia l'orario, si allungano le giornate .... e possiamo fare le foto anche alla cena :-)) Belloooooooooo! Ciao, Alex
Troppo divertente questo post! Non sapevo di questa simpatica iniziativa vicentina! Mi piace assai...grazie della segnalazione!
Da brava mantovana (leggesi: lombarda confinante col Veneto) meglio fermarsi qui! hi hi hi hi...
La voglio subito una gata - stupenda idea e bellissima scatola :* bacioni
Che bellina!! =)
dico solo che... li voglioooooooooooo
devono esser mieiiiiiiiiiii
:D
Belline le zampotte sulla torta :-)
io appartengo all'ultimo gruppo della filastrocca,e la conosco bene;bella ideuzza le ormine feline, chissà cosa si potrebbero inventare i"veronesi tuti mati"
ma te l'ho già detto che ti adoro?
:)))
ma che bella idea!!!devo far vedere assolutamente la foto di questa torta ad una mia amica che va pazza per i gatti! Ciao.
Maddy.
Per anni ho preso in giro la fidanzata di mio cugino, ma in modo del tutto innocente, anche lei non lesinava sulle mie tracce marchigiane: "Meglio un morto dentro casa, che un marchigiano fuori dalla porta".
Però mi è piaciuta molto l'analisi che hai fatto della "tua gente", delicata e incisiva. Un pezzo di torta? Si può avere?
Marika
Ma una fetta di torta nn puoi inviarla giù in Sicilia?????
A vedersi è moooooltoooo invitante.....io mi sacrifico!!!!!!!!!!!
Baci Mary
Ma che forte!
Passata una buona Pasqua?
Voglio proprio assaggiarla! e poi dove altro trovare quello stampino?
non passavo da un po' e guarda che ti ritrovo.... per una gattara come me, per di più con origini venete....
;-)
Beh... sono arrivato a questo blog un po' per sbaglio, cercando altre notizie sul dolce... comunque ringrazio tutti per i vari complimenti... li sento un po' diretti a me... che ho creato il design della scatola e pensato alle zampine da spolverare con lo zucchero a velo... è stato un progetto bellissimo, uno dei più divertenti lavori che abbia mai affrontato. Grazie ancora! E... buona gata a tutti! (assaggiatela che è davvero buona)
ma grazie mille! come ti chiami? ciao!
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