martedì 29 gennaio 2008

polenta con lenticchie e tegole di parmigiano



Ieri sera son rientrata dopo il lavoro, e Cri aveva preparato una quintalata di lenticchie!! Avevamo ospiti e non ricordavo? Non mi pareva... sì, perché lui non fa delle dosi umane, per due, massimo due più bis, no. Pare cucinare per un esercito. :-) Ma stava seguendo la filosofia del momento: facciamo fuori ciò che abbiamo in dispensa, non se ne può più di vedere quel pacco di lenticchie di Castelluccio di Norcia, quel riso thai, quei pacchi di cereali... e così, ieri, via alle lenticchie... per il momento hanno preso la strada del frigo, vediamo se verranno consumate! A me non fanno impazzire, ve lo confesso. Quindi, per accompagnarle, ci ho fatto una polentina (farina gialla fine fine, la mia maranelo di Cornedo, in acqua bollente, sale e una foglia di alloro che dona un profumo di paiolo di rame, come mi insegna Sergiott), ho preso gli stampini del budino, li ho un po' unti col burro e riempiti di polenta con, nel cuore, un paio di cucchiaini di lenticchie. Fate intiepidire e sformate. La ricetta delle lenticchie? Bisognerebbe chiederla a Cri! Io posso darvi quella delle tegole di parmigiano... facilissima no? Basta grattugiare il parmigiano, metterlo sulla carta forno facendo attenzione a creare dei cerchi (potete disegnarli prima con la matita), e passarlo al grill qualche minuto. Fatte!

lunedì 28 gennaio 2008

you make my day award

Ma siete pazzi??? Ma quanti premi mi avete dato? Certamente mi fa un immenso piacere. Se poi vado a leggere le motivazioni mi vien da sorridere: semplice, con classe, rigida? Pure nel meme qui sotto della personalità avete detto ciò... Orsù... guardate, per certi versi ci avete proprio azzeccato! Ma appaio rigida attraverso il mio bloggetto? Ma come mai? Perché è grigetto? Tutto in riga? Vi posso spiegare tutto. Il grigetto è dovuto a una scelta iniziale. Avrei messo il bianco, lo adoro, e le foto nel bianco spiccano diversamente. Ma tanti blog sono bianchi, e così ho optato per un altro colore abbastanza neutro. Il tutto allineato poi ha varie motivazioni: uno) non so molto maneggiare il template sì da farci tante modifiche, due) ho scoperto nel tempo come mettere i quadratini a lato, e non mi dispiacciono, anche se dovrei aggiornarli più tempestivamente, cosa che non riesco a fare, tre) le cose geometricamente in riga, o simmetriche, mi danno un senso di ordine, anche in casa. Ma, vi devo confessare, che ci avete azzeccato anche. Pare strano come si possa dare un'impressione di sè attraverso un blog che, nel caso in specie, si conforma parecchio alla realtà. Mi spiego: anche nella vita vera, la mia, mi capita che le persone che mi conoscono abbiano una prima impressione di me che poi si rivela diversissima. Prendiamo Simona, la mia preferita. Quando ci siamo conosciute in Turchia, credeva che fossi un po' la "prima della classe", la precisina, la rompipalline. Vuoi che porto gli occhiali, vuoi il mestiere che faccio, vuoi che ho la faccia un po' da brava ragazza... ma mai, come nel mio caso, tutto ciò viene smentito dopo un po' che mi si conosce. Non che non sia una brava ragazza, educata, gentile e garbata :-), ma tendo ad essere molto più ruspante, adattabile, mattarella, disordinata, di quello che sembro. Sono una da zaino in spalla, per parafrasare la vacanza, una che dorme ovunque, che si schifa davvero di poco. E così tutto ciò è trapelato anche attraverso il blog. Bene!!! Vuol dire che sono io, e ciò mi fa solo piacere!!! Passiamo alle mie nnnnominations, ci ho pensato un po' su, e ho deciso di tralasciare i miei affezionati per eccellenza (Katia, Stella e Marco). Istintivamente posso dire che, in ordine sparso:

Maruzzella, Mara: la trovo essenziale, ma concreta. Capace, impegnata, una che non scrive a vanvera, il suo blog è pulito, lineare, mi dà un senso di ordine. La leggo con piacere estremo. Poi quando verrò a Roma ci conosceremo, spero, come promesso. :-)

Maricler e Fabrizio: non passa giorno che non passi da loro. Mi fanno sorridere, insieme con un bel bloggetto, puntigliosi e sopraffini a sufficienza. Dopo che abbiamo percorso le rotte della Sicilia praticamente in sintonia, senza saperlo, dopo alcuni giudizi concordi su dei ristoranti, non li mollo più.

Acilia, ecco, lei è stata per me una sorpresa. Non ho mai lasciato un commento sul suo blog, improntato tutto sul té, anche se lo seguo sempre, credo sia davvero ben fatto, ben scritto. Diverso, in una parola. Brava!!

Fiordisale, vorrei davvero conoscerti, e forse manca proprio poco. Mi dà un'impressione di solitudine, per un verso, e pienezza dall'altro. Scrive tantissimo, ma sempre cose interessanti! E' precisa, e poi la sua focaccia (di Recco) è fantastica!

Francesco, the food traveller: non so, Francesco mi pare nato con me. Abbiamo iniziato a scriverci all'inizio proprio, e mi sento affezionata a lui, al suo modo maschile e un po' ingegneristico di presentare i piatti... finché si lascia scivolare su un piatto Limoges, e lì, mi pare di vederlo, lo dice con fierezza che è davvero bello.

Streghina, Michela, un'anima in parallelo! Ecco, ma l'avete mai letto il suo blog? E' fortissimissimo! Saltella da un argomento all'altro, con estrema coerenza. Scrive da farmi impazzire, fa stare concetti acrobatici in perfetto equilibrio, narra della sua gravidanza con un umorismo dolcissimo. E' proprio brava, nei suoi micro (o meno) racconti, pregni di significati.

Elisa e le sue curiosità golose. Beh, lei è un'amica, e il suo è un blog colto. Scrive molto bene, e soprattutto dà notizie un po' diverse. Sempre in ambito culinario, ma il suo mondo non è esattamente la cucina, ma ciò che ci gira attorno, salvo scontrarcisi ogni tanto con qualche ricettina. E lo fa con precisione e dedizione estrema, quasi come fosse un lavoro.

Alex a Mari: dal loro blog non manco mai, mi piacciono per vari motivi. Innanzitutto per la ricerca: sanno essere originali e mai scontate. Fanno foto molto carine, e lottano con il tempo affinché tornino la primavera e le giornate lunghe, come me insomma, così da avere foto migliori. :-) Leggendo loro, spesso ritrovo me stessa. E talvolta, ritrovo la novità.

Cricri, il suo blog è forte. E sapete perché? Io lo vivo da vicino e mi piace la sua spontaneità. E' un vulcanetto, una ne pensa, cento ne fa, e traduce in pratica. Fa una foto, fa nulla se non è perfetta, ma ha la spontaneità. Ecco, questo mi piace, la sua immediatezza, il poco ripensare, il buttarsi (almeno in queste cose). :-)

Simona, vivi la musica: non serve spiegare il perché: da lei c'è solo da imparare, io per prima, per uscire dalle righe, davvero per capire un punto di vista diverso e unico sulla musica. Ed è davvero in gamba. Non solo nella musica.

giovedì 24 gennaio 2008

pollo impanato all'avena ripieno di broccolo fiolaro



Ve lo ricordate il broccolo fiolaro? E il mio esperimento con l'avena? Vi avevo detto che ci avevo impanato il pollo anche, no? Eccolo. Sembra uno di quegli intrugli surgelati, croccole, crocchette, sofficetti, ecc... ma è tutto home made! Ho fatto altri esperimenti con l'avena anche, ve li proporrò prima o poi, quando non saranno più esperimenti ma cose che posso proporre. :-)
Qui non vi indico le quantità, ognuno faccia al caso proprio.

petti di pollo sottili (anche fettine di tacchino vanno bene)
broccolo fiolaro (o altro tipo)
poco burro
fiocchi d'avena
farina
uovo
olio per friggere
sale, pepe, peperoncino

Procedete con il broccolo fiolaro, prima sbollentandolo in acqua salata, e poi ripassandolo in una noce di burro, con sale, un pizzico di peperoncino e pepe. Con la mezzaluna tagliatelo finemente e riempitevi le fettine di pollo. Ripiegate il pollo come fosse un involtino, avendo cura che il ripieno non fuoriesca. Passatelo poi nella farina bianca, nell'uovo sbattuto e, infine, nei fiocchi d'avena. Friggete in abbondante olio d'oliva caldo. Solo alla fine salate il tutto.

martedì 22 gennaio 2008

intermezzo veloce



Vogliate perdonare un post rapido quanto il tempo di una merenda! :-) Ricetta tratta da una delle tante leçons de pâtisserie di C. Felder, questi crackers sono 1) facili da fare, 2) buonissimi, 3) carini e cicciottosi. Li aggiungo quindi agli altri che avevo fatto. L'impasto rimane solo un pochino più morbido, e sono meno croccanti dei crackers normali. Restano friabili, questa credo sia la parola che meglio li contraddistingue. La ricetta originale prevede del piment d'espelette sopra, io ho usato una comune paprika, giusto per dar sapore. Ma il fleur de sel questo sì, è super!

150 g di burro morbido
150 g di farina setacciata
150 g di parmigiano grattugiato
1 uovo intero
20 g di fior di sale
2 pizzichi di paprika

Mettete il burro ammorbidito, la farina e il parmigiano in un recipiente, aggiungete l'uovo intero, mescolate la pasta con una spatola. Avvolgete la palla con il film alimentare e ponete in frigo circa 30 minuti (anche di più). Distendete successivamente la pasta col mattarello su un foglio di carta forno, tagliatela già a rettangoli e cospargete con il fleur de sel e la paprika. Cuocete in forno a 180° per 15 minuti. Lasciate raffreddare un po' prima di assaggiare.

lunedì 21 gennaio 2008

i tigli, la mia miglior pizza!

Non volevo metterle le fotografie, nemmeno queste piccolette sopra, non rendono giustizia a quella che posso definire, ad oggi, la miglior pizza mai mangiata. Ma guardatevele sul sito, ne vale la pena. Forse che il miglior pizzaiolo italiano sia dei monti Lessini, quella zona del veronese al confine con la provincia di Vicenza? Non me ne vogliano i napoletani... ma i veneti, anche se può apparire strano, hanno una tradizione pizzaiola di tutto rispetto, da far concorrenza a Napoli. A I Tigli, a San Bonifacio, la pizza è superba. Prima di sabato sera, forse nella mia personale classifica vinceva Sforno, a Roma. Pure Pizzarium è degno sicuramente di nota, tanto che ci voglio andare tutte le volte che vado a Roma. Ma questa volta, questa pizza, li ha battuti tutti.
Il pizzaiolo: Simone Padoan. Non è certo un nome nuovo, guardatevi il sito di Identità golose e lo troverete lì, relatore tra i migliori cuochi italiani. E' giovane (ha la mia età!), ha aperto la pizzeria nel 1994, ma solo qualche anno dopo ha voluto girare pagina, per scrivervi solo prodotti di qualità estrema, ricercatezza, bellezza. La miglior pizza nasce dall'impasto, un impasto vivo, che usa solo farine biologiche macinate a pietra e ricche di minerali provenienti dal Piemonte e da Buttapietra (VR), e acqua di sorgente dalle terme di Caldiero. La lievitazione è la sua specialità: lunghissima. Un lievito madre che si è fatto da solo, con lo yogurt alla base. In 3 chili di impasto pare usi appena 4 grammi di lievito: è il tempo che fa il resto. Il suo impasto, sia con lievito di birra che con quello tradizionale (pasta madre), lievita almeno 12 ore in cella a 15 gradi, e il mattino successivo l’impasto viene rilavorato e ne escono le palline di pasta che continuano a lievitare fino alla sera, per un totale di 30-36 ore.

Mangiare la pizza a I Tigli è una danza. Prenotando si accede alla degustazione, altrimenti si può mangiare la pizza tradizionale. La differenza sta sicuramente nella tipologia di serata che uno desidera, di prezzo, di gusto. Le pizze tradizionali sono comunque di rilievo, ma una degustazione si deve fare una volta. Degustazione significa che la pizza viene servita una per volta, tagliata a spicchi, al centro del tavolo. E al centro del piatto, gli ingredienti la fanno da padrone soli, per l'assaggio della freschezza. Io amo per definizione la pizza margherita, da sempre. Quasi mai oso dei sapori diversi. Ma qui non si può. Gli ingredienti sono perfettamente armonici tra loro, mai invasivi. La degustazione parte con la pizza dal sapore meno "forte" per arrivare a quello più "deciso". Un po' come per una degustazione di formaggi. E' un continuo giro di valzer. Un assaggio continuo, non interrotto, ma che lascia desiderare ciò che sarà dopo. La pizza con bufala campana e datterino al basilico era nella sua semplicità fantastica. Nessun liquido squacqueroso veniva rilasciato dalla bufala (come in genere accade nelle pizze con la bufala), e il pomodoro sembrava portare con sè il sapore del vento e del sole. La pizza coi finferli e la fonduta di camembert al timo era soave, quella col radicchio di treviso e fettine di vitello addolcite da una crema di latte e capperi sorprendente.

Pizze cotte solo con legna di olivo ("perchè brucia lenta e a temperatura costante"), vini in biodinamica (leggo) birre italiane e belghe, tutte rifermentate in bottiglia, e dolci buonissimi. Ecco, pare un ristorante d'alto livello, questa pizzeria, dove nulla si può lasciare al caso. C'è una gestione un po' tedesca, leggasi con regole, ma gentile e preparata. Ma persino i dolci meritano di essere citati. Credo siano opera dello stesso Simone Padoan. Io ho assaggiato una crema cotta al pistacchio con a parte delle fettine d'arancia a vivo, e una mousse di cioccolato bianco profumata d'autunno. Ottime entrambe.
I prezzi sono più alti del normale, se si decide per la degustazione. Mediamente 20 euro a pizza. Ma io credo ne valga la pena, ecco, non è la semplice pizza di una sera, è una vera e propria esperienza di chi ha saputo tramutare il lavoro di tanti in qualcosa di speciale.

Pizzeria I Tigli
Via Camporosolo, 11
San Bonifacio (VR)
tel. 045 6102606

giovedì 17 gennaio 2008

il meme della personalità: novembre!

Il meme della personalità del mese di nascita, passatomi da Stella, eccolo qua. Tutte le caratteristiche mese per mese le trovate qui. Se vi va di fare il meme, dovrete solo capire se vi riconoscete nelle caratteristiche del vostro mese di nascita. Non lo giro a nessuno, eh? Se vi va fatelo! E poi... una mia fotina, dai!!! Qui sono un po' abbronzata, ero al mare! Di norma sono bianca bianca, e sempre assillo le mie amiche preferite lamentandomi che sono troooppo bianca!! Spesso penso: ma chissà che faccia hanno i miei amichetti blogger... e, al di là di pochi che ho conosciuto, gli altri restano invisibili. Quindi, vada col meme+foto! :-)


Has a lot of ideas. Ha molte idee. Adina? molte idee? Una ne pensa, cento ne vorrebbe fare. Ma spesso non le fa, perché non ha tempo. Ma spesso rompe le palle finché non è riuscita a farle. :-))

Difficult to fathom. Questa non so bene che significhi. difficoltà ad approfondire? Forse a volte è vero. Ma solo nelle piccolezze.

Thinks forward. Pensa avanti. Vuol dire che sono avanti? :-)) Mah.. dico sempre che sarebbe meglio pensare al momento giusto. Però penso avanti, a tutto quello che ho davanti, e cerco di arrivare preparata.

Unique and brilliant. Unica e brillante. Lusingata. Forse lo sono per qualcuno, per altri no.

Extraordinary ideas. Idee strardinarie. Vale lo stesso discorso della prima risposta.

Sharp thinking. Thinks differently from others. Pensiero fine. Fine o tagliente vorrà dire? Pensa diversamente da altri. A seconda dei casi, magari sì.

Fine and strong clairvoyance. Chiaroveggenza fine e forte. Chissà. Forse non chiaroveggenza, ma un sesto senso, di quelli che tac, arriva, lo senti, ma poi non ti ricordi di averlo avuto. Fino al momento in cui l'evento accade.

Can become good doctors. Può diventare buon medico. Noooo.... non sarei riuscita. Il sangue non posso vederlo. Resisto al dolore, sì, ma mi fa impressione la malattia, nooo.. proprio no.

Dynamic in personality. Personalità dinamica. Credo di sì, in fondo. Non sto mai ferma.

Secretive. Inquisitive. Riservata e curiosa. Entrambe sì. Riservata perché se devo proprio stare zitta lo faccio. Curiosa abbastanza. ma curiosa non del regalo di compleanno, ma curiosa della vita, spulcio, cerco, leggo...

Knows how to dig secrets. Honest and keeps secrets. Sa come mantenere i segreti, onesta. Beh.. solo se sono davvero importanti. Certo che un po' mi chiamano la rana dalla bocca larga! :-)) Ma nelle cose vere non parlo mai. Ho ancora dentro di me il segreto di un amico, importantissimo, che non ho mai svelato a nessuno. Onesta sì, decisamente.

Always thinking. Less talkative but amiable. Pensa spesso, parla poco ma gradevole. Che parli poco non è vero... anzi! Che pensi e frulli col cervelletto mio, questo è verissimo invece.

Brave and generous. Coraggioso e generoso. Sì, coraggiosa sì. Mi butto. A 17 anni e mezzo son partita con valigiona per Londra, ragazza alla pari, 3 bimbetti da curare. Se non è stato coraggio quello! :-) Poi cerco di fare, di mettermi nelle avventure, di superare con coraggio le vicende della vita.

Patient. Stubborn and hard-hearted. Paziente, ostinata, spietata. Wow.. spietata? Posso sbraitare al punto da offendere, vero. Sono paziente, verissimo. Sono cocciuta, altrettanto vero. Ma solo in certe cose che mi interessano.

If there is a will, there is a way. Quando c'è un desiderio, c'è un modo per realizzarlo. Magari fosse sempre così...

Determined. Never give up. Motivates oneself. Determinata, non molla mai, si motiva. Verissimo! Però a volte vorrei fregarmene e mollare. In fondo non serve rompersi il capo sempre su tutto. E' vero che mi motivo. Se qualcosa non mi va a genio, trovo un quid per farmela andarea a genio.

Hardly becomes angry unless provoked. Difficilmente si arrabbia, se non provocata. Mah.. direi di sì, in linea di principio. Ma spesso mi arrabbio anche per le sciocchezze.

Loves to be alone. Le piace stare sola. No, non è vero. Ho bisogno del mio cilindro d'aria, questo sì. Ma preferisco sapere di avere compagnia, e scegliere di stare sola.

Does not appreciate praises. Non ama essere pregata. Certo, e non amo pregare. Chi mi conosce, sa che se invito, se faccio un regalo, se chiedo o offro, lo faccio sempre con piacere. Sennò non lo faccio.

High-spirited. Well-built and tough. Spirito elevato, ben costruito e solido. Chi lo sa.. vorrei che fose così. Certo, ho avuto una buona e solida educazione, questo sì.

Deep love and emotions. Romantic. Emozioni forti e romantica. Romantica forse non troppo. Ma se amo, amo incondizionatamente.

Uncertain in relationships. Dalle relazioni incerte. Mmhh... diciamo che se non mi innamoro, posso stare sola benissimo, e avere delle "relazioni incerte", così, senza coinvolgimento. Mi è capitato. Ma se amo... eh.

Homely. Familiare, modesta. Forse ho l'impronta semplice, familiare. Chi mi conosce sa che accolgo tutti, anche i "disperati"! All'università mi chiamavano centro accoglienza... :-))) Ascolto tutti, sono molto tollerante.

Hardworking. Lavora sodo. Ditemi un commercialista che non lavora sodo!!!! :-))) Ahimè, è verissimo!

High abilities. Grandi abilità. A fare che? :-)))

Not able to control emotions. Incapace di controllare le emozioni. No... talvolta ci riesco. :-) Poi scoppio magari, ma ci riesco.

mercoledì 16 gennaio 2008

la conoscete la fregolota?


Credo di sì, che la conosciate. Non è un dolce nato oggi, ma di sempre, quelli della tradizione più semplice e casereccia. A me piace tantissimo, appena fatta, quando si raffredda che diventa dura e croccante, che sa di mandorle e burro. Credo appartenga alla stessa famiglia delle sbrisolone lombarde, ma la fregolota (con una sola t, sono o no di vicenza?) per me è solo veneta. Ovviamente il nome deriva dalle "fregole", le briciole che si dovrebbero versare nella teglia per ottenere questo effetto granuloso. Credo la tradizione voglia che gli ingredienti siano tutti in parti uguali, e che ci sia un filo di panna. Io invece l'ho riadattata un pochino, ma vi assicuro, era davvero ottima.

250 g di farina
200 g di burro
200 g di zucchero
200g di mandorle
la buccia grattugiata di un limone
2 tuorli d'uovo
un pizzico di sale

Tritate le mandorle grossolanamente, salvo qualcuna (io non le ho sbucciate). Impastate, possibilmente a mano, il burro, la farina, lo zucchero e le uova. Aggiungete le mandorle, la buccia del limone e il sale. L'impasto dovrà assorbire tutti gli ingredienti, ma restare granuloso. Versate il tutto in una teglia, a briciole, aiutandovi se volete con le dita bagnate nella panna, ad un'altezza di massimo un centimetro e mezzo. Cuocete a forno caldo a 180° per circa 40 minuti. Lasciate raffreddare prima di gustare.

lunedì 14 gennaio 2008

paccheri ripieni di zucca e fonduta di gorgonzola



Quest'anno nuovo è ricco di novità, forse aveva ragione l'oroscopo. Così pare almeno. Sono distratta col blog, ve ne sarete resi un po' conto... :-) Mi spiace, ma è un momento di transizione. Capitano i periodi in cui, per un motivo o per un altro, tutto pare intersecarsi o meno alla perfezione. A volte credo che il destino mi voglia bene, a volte penso che però io non ho mai creduto nel destino, convintissima che homo faber fortuna suae. Lo dicevo spesso a un mio grande amore del passato, quegli amori durati anni, ma in verità mai compiuti, che trovano la sola scusa del destino, lui solo. Beh, io ho sempre preferito pensare che ognuno se la costruisce da sè la propria strada. Ma qualcuno un giorno mi disse che forse chiamiamo destino quelle cose che non possiamo evitare. Beh, ecco, questa spiegazione m'è parsa più veritiera. E adesso credo che la Fallaci abbia ragione quando dice che "negare il destino è arroganza, affermare che noi siamo gli unici artefici della nostra esistenza è follia: se neghi il destino, la vita diventa una serie di occasioni perdute, un rimpianto di ciò che non è stato e avrebbe potuto essere, un rimorso di ciò che non si è fatto e avremmo potuto fare, e si spreca il presente rendendolo un’altra occasione perduta". Ecco, man mano, quando me ne verrà data l'occasione, vi spiegherò che sta accadendo, cose positive senz'altro... quasi tutte! Intanto vi presento i paccheri.

180 g di paccheri
300-400 g di polpa di zucca
sale e pepe
olio extravergine
100 g di gorgonzola
3 cucchiai di latte
prezzemolo

Tagliate la zucca a fette sottili e cuocetele in forno qualche minuto. Frullatela con il mixer ad immersione, aggiustatela di sale e pepe, ed emulsionatela con un filo d'olio extravergine. Dovrete ottenere una cremina di zucca abbastanza compatta. Fate sciogliere in un tegame il gorgonzola con il latte, e metteteci un pochino di prezzemolo. Cuocete i paccheri in acqua salata. Riempiteli con la cremina di zucca aiutandovi con un sac-à-poche. Serviteli su un fondo di gorgonzola.

mercoledì 9 gennaio 2008

biscotti con avena e sesamo



Ho scoperto l'avena. Non che sia una grande scoperta, me ne rendo conto, ma io non l'avevo mai impiegata in cucina, se non come cereale alla mattina nel latte, e poco anche. Devo dire che è simpaticissima! Con tutti quei fiocchetti beige... Qui ci ho fatto dei biscotti, lo so, ancora biscotti, dopo le feste basta, ma io non ne avevo postato nessuno (fatti sì, tantissimi!) Ieri ci ho impanato della carne (magari domani la posto, anche se non mi pare una grande novità. :-))

100 g di farina bianca
40 g di cacao amaro
150 g di avena
100 g di sesamo
175 g di zucchero
100 g di burro
1 uovo
1 cucchiaio d'acqua
1 cucchiaino di bicarbonato

Mettete nel mixer la farina, il bicarbonato, il cacao e il burro, poi a seguire l'avena, il sesamo, lo zucchero, l'uovo. Solo se serve per endere più compatto l'impasto, aggiungeteci un cucchiaio d'acqua. Lasciate riposare in frigo per mezz'ora o più. Ormai lascio tutti i biscotti in frigo prima di stenderli. Fateci le formine che preferite e cuocete a 170° per circa 15 minuti. Io, per due minuti di disattenzione, son riuscita a bruciare tutto... questi son gli unici biscotti salvati! Erano ottimi, il sesamo dona croccantezza e profumo.

martedì 8 gennaio 2008

il broccolo fiolaro

Quell’arco di legno flessibile che pesa sulle spalle delle contadine... (Goethe)



Era il 2 di gennaio, erano le 8 di mattina, ed eravamo, con Cri, alla fermata della corriera al mio paesello. Non ero in perfetta forma quel giorno, ma avevo riposato a casa, e dal cielo cadevano delle piccole faville di neve, rare e preziose. Il cielo bianco delineava appena la collinetta di San Bastian. Ma proprio davanti a noi, la luce di Cope illuminata. Cope (con la "o" stretta), è il fruttivendolo del mio paese. La corriera sarebbe arrivata alle 8.25, per cui c'era il tempo per farci un salto. Solo che era il 2 gennaio, chissà se aveva rifornimenti. Lo gala el brocolo fiolaro?, chiedo alla signora. Certo, quanto? Due, grazie! E così son ripartita verso Milano con due cespi di broccolo fiolaro in borsa, sì, quello della foto del post precedente. E l'11 gennaio inizia la sagra a Creazzo, il suo paese natìo.
Narra Antonio Di Lorenzo che il primo ad innamorarsi di questo broccolo sia stato Goethe, durante la tappa a Vicenza del suo Viaggio in Italia nel 1786: l'autore tedesco ritrarrà in un'immagine una giovane contadina al mercato con le ceste straripanti di ortaggi, che parevano affondare le radici (è il caso di dirlo) nella memoria dei vicentini. Non si sa se si tratti dei broccoli fiolari, ma è possibile che lo siano.
Invero il broccolo fiolaro nasce lì, a Creazzo, Vicenza, e nelle colline circostanti. Lì e solo lì. E' davvero un broccolo veneto, utilizzato in cucina dai veneti Carlo Cracco e dai fratelli Portinari (La Peca). La denominazione "fiolaro" deriva dalla presenza di germogli inseriti lungo il fusto della pianta. Conosciuti in dialetto come "fioi" (figli), sono la prelibatezza che finisce in padella, insieme alle foglie più giovani. Il sapore è unico, ricorda appena le cime di rapa, ma se ne allontana per la croccantezza delle coste.

Quindi sì, molti di voi hanno indovinato!! Si trattava di un broccolo. Ma non di uno qualunque... :-)

Risotto alla crema di broccolo fiolaro e reblochon

Io qui ci ho fatto un risotto, ma lo apprezzo decisamente di più bollito e croccante, ripassato in padella con uno spicchio d'aglio. Per il risotto serve, a seconda dei commensali, un cespo di broccolo fiolaro, che farete bollire in acqua salata e poi terrete in ghiaccio per farlo restare verde. Frullatelo col minipimer con un goccio d'olio e aggiungetelo al risotto a metà cottura (tranne due cucchiaiate). Mantecate con del reblochon, un pezzetto di burro e finite con delle quenelle fatte con la passatina di broccolo fiolaro e qualche mandorla a scaglie.

domenica 6 gennaio 2008

indovina indovinello...



Innanzitutto buon anno!!! La ripresa mi viene difficilissima. Sono pigra più che mai. Ho cucinato poco durante le vacanze, poche vacanze in fondo, sempre alle prese tra una cena e un pranzo, un viaggio a Vicenza e uno a Milano, per farmi cogliere dall'influenza di stagione, lavorare qualche momento, e poi ripartire e tornare di nuovo qui, in questa casa, trovare il mio primo vero giorno di libertà interiore ieri, sabato 5 gennaio. Libertà interiore, cioè quel sentimento in cui il tempo sembra dilatato, che sembra un momento che non finisce, e che ti piace, che te lo godi, con la calma di girare per casa scalzi, con l'idea di fare il pane, che rimandi, rimandi e ti permetti di rimandare, nonostante quella farina buona comprata apposta.

Vedo all'orizzonte nuovolette grigie sul lavoro, che non mi va di affrontare. Ho sbadatamente inciampato in un oroscopo (non li leggo mai, avendoli scritti per necessità e speranza in una vita passata :-), non ci credo tantissimo) che diceva grandi cambiamenti per gli scorpioni, grandi scelte, nuove scelte, con tutti i trigoni che si intersecheranno perfettamente con i Giove di turno, forse, o chissà chi. Staremo a vedere.

Intanto so solo che tra qualche giorno questa finestrella compie un anno
... e con Anna, che festeggia quasi assieme a me, si diceva come rendere speciale quel dì. Chissà.

Per il momento solo una piccola foglia, sarà una foglia, che sarà? La conoscete?