mercoledì 14 maggio 2008

le nastrine all'avena (ancora pane? hihihi)



Non è vero che "basta pane giurin giuretto"... alla fine ci risiamo. Il fatto è che non ho tempo per preparare cose diverse la sera, e il pane mi consente di dilazionare i tempi di lievitazione e cottura. Questo però è un po' diverso, va bene da solo sì, col formaggio a mio avviso è ottimo, ma la ricetta originale lo prevedeva per la colazione. Tant'è vero che chiama questi panini nastrine (e nel nostro immaginario collettivo, le nastrine son dolci). Io le ho fatte, congelate e a colazione me ne tiro fuori una e la puccio nel latte! Il latte col pane è un retaggio della nostra infanzia e ancor più dei nostri nonni. Da piccola mi piaceva tantissimo, mi facevo certe scodelle di latte col pane dopo le due ore di pallavolo! La prossima volta però, farò le nastrine senza quel cubetto intero di lievito, ma col poolish, che preferisco. Mal sopporto oramai questi impasti con 25 g di lievito sapendo che, solo con una notte di lievitazione, se ne possono usare solo 1,5 g.

340 g di farina integrale
160 g di farina 00
240 ml acqua
25 g lievito
10 g malto
16 g sale
150 g fiocchi avena
80 g uvetta
fiocchi d'avena, semi di lino e sesamo per decorare

Impastate le farine con il malto e il lievito, aggiungendo l'acqua man mano. A metà impasto aggiungete il sale (che non dovrebbe venire in contato mai con il lievito). Formate una palla e lasciatela riposare per circa un'ora (dovrebbe raddoppiare). Poi rimpastatela lievemente aggiungendoci i fiocchi d'avena. Formate le nastrine ricavando prima dei rettangoli di circa 10-12 cm per 5 cm, e poi ripiegandoli su loro stessi nel centro. Spennellateli con un po' d'acqua e decorateli con il misto di semi di lino, avena e sesamo. lasciate riposare ancora un'oretta. Infornate poi a 200 gradi con vapore (aggiungendo una pirofila d'acqua in forno).

giovedì 8 maggio 2008

sì, lo so, ancora pane, poi basta, giurin giuretto



Il 25 aprile ero a Milano, e Milano era vuota, e tutto, tranne poche eccezioni, era chiuso. Io lavoravo, però con calma. La mattina alle 8.30 abbiamo cercato un posticino per la colazione (in verità eravamo andati sparati verso un posto ben identificato, ma era chiuso, e ve ne parlerò un'altra volta se avrò modo di andarci :-)), perché qualche volta ci piace far colazione in barettini carini, dove ci si siede un attimo e si scopre qualcosa di nuovo. Però, giustappunto, quasi tutto chiuso... finché in corso San Gottardo ci siamo imbattuti in una bäkerei altoatesina, Delicatessen. Conoscevo quella in Piazza Santa Maria Beltrade, dietro il Duomo, a Milano, ma non questa (che poi però è la stessa). Al di là della colazione, che non è luogo da colazione a mio parere, è interessante perché vende molti prodotti davvero altoatesini. Bellissimi pani pieni di semini, bretzel, torte linzer, canederli, formaggi, speck, la marmellata coi mirtilli rossi che mi era stata regalata proprio da un viaggio a Campo Tures... e la farina di segale Rieper. Potevo non comparla? Potevo non tentare il pane di segale con semi di finocchio che adoro? Non potevo. E così, eccole qua, le mie ciabattine di segale e semi di finocchio. Lunga la preparazione, ma ne vale la pena.

per la biga

800g di farina
200 g di farina di segale
10 g di lievito fresco
4,4 dl d'acqua

poi
100 g di farina di segale
2 g di lievito
5 g di malto
3,3 dl d'acqua
22 g di sale
6 g di semi di finocchio

Preparate la biga impastando per circa 20 minuti le farine con l'acqua dove avrete fatto sciogliere il lievito. Mettete a riposo per circa 20 ore in un luogo fresco (frigo va bene).
Pronta la biga, impastatela con 100 g di farina di segale, i 2 grammi di lievito, il malto e metà dei 3,3 dl d'acqua. Lavorate la pasta per circa 20 minuti, poi aggiungeteci l'acqua, il sale e i semi di finocchio. Lavorate ancora un po', e fate riposare ancora per circa 40 minuti in un contenitore oliato. Poi date la forma di ciabatte non troppo grosse al pane, e fate riposare coperti da un panno umido un'altra mezz'oretta. Infornate a 220 gradi avendo l'accortezza di mettere una ciotolina d'acqua in forno (se non avete quello a vapore).


Delicatessen
Corso San Gottardo 8
Piazza S. Maria Beltrade 2
Milano

mercoledì 7 maggio 2008

ma la ricetta qual è?



E' la brama della ricerca del tempo che mi opprime, quelle ore che si susseguono via via più dense e appiccicose alla volta di desideri che solo quando non li puoi realizzare li senti così pregni e lontani.
E' nel biciclettare verso casa alle nove di sera che nella mente tutto si confonde e dispiega, malinconica, e raccoglie briciole di numeri disordinati che spiaggiano, man mano la strada si avvicina all'uscio, verso una pacatezza apparente.
E' nel ripiegare le membra stanche, e in loro una testa distratta, che non mi riesce di ricordare dove ho trovato la ricetta di questo budino.
Potrebbe essere un biancomangiare, rammento solo che non era granché buono. C'erano delle mandorle, lasciate in infusione nel latte 12 ore, e strizzate come dovrebbe essere il mio cervello ora, ma poi... il sapore non era di mandorle. Solo era venuto con questa forma garbata e deliziosa, grazie agli stampini della Silikomart. * Certo il frutto della passione è rintracciabilissimo.
Ce l'avete una ricetta di un biancomangiare o di un budino buono, che sappia davvero di mandorle? Così rifaccio il tutto con questi stampini...

* sul sito Silikomart effettuando una spesa minima di 40 euro (spese di spedizione escluse) potrete ricevere in omaggio lo stampo Fiore Basso (SFT726, colore silver) della linea Royal.

venerdì 2 maggio 2008

semplicemente panini con erbette



Come vorrei essere anche io in una quattrogiornidivacanza, spaparanzata con la pancia all'aria e un libro al sapore del mare... c'è pure il sole, uffi, ma non mi è concesso. Il periodo dalle giornate lunghe fino alle 9 di sera e più, primaverile e quasi estivo, per me è solo più lavoro. A volte pesa. Quasi quasi mi tolgo le scarpe qui adesso in studio.. che tanto son sola e chi mi vede? :-)) Magre consolazioni... meno male quando vado a casa la sera faccio due passi nel mio orticello!!! :-)) Ci ho messo delle erbette quest'anno, i fiori vengono e vanno (poco pollice verde), almeno queste le uso per cucinare! Certo appare il fido rosmarino, e presto appariranno un basilico e una salvia, ma soprattutto vi campeggiano erbette insolite, e belle come il sole, che quando le annaffi la sera esalano un piacevole profumo di campagna. Cosa non ci si inventa in città, su un balcone di un mq, per stare meglio! Nelle fotine sotto, da sinistra a destra, la liquirizia, la nepitella, il timo, la pimpinella, il timo limone. Raccolte, lavate, asciugate, tritate fini e messe in un pane classico, che poi profumava di orto, di menta, di limone, di mediterraneo. Il pane è fatto con il poolish (250 g di farina manitoba, 250 g di acqua e lievito di birra fresco - 0,5% del peso della farina) e con lo stesso procedimento di questo pane qua. Le erbette le ho messe un po' dentro al pane, alla fine della lievitazione, quando ho dato la forma ai paninetti, e un po' le ho utilizzate per fare un burro alle erbe (ridurre il purro a pomata e aggiungerci un po' di erbette, sale e pepe), che ho aggiunto nella superficie dei panini, dentro a un taglio che avevo fatto. Qualche grano di fior di sale ed eccoli qua. Freschi e buoni. Ora lavoro sul serio però, eh! :-) Buon we lungo!